Il Professor De Stefani dell’Università di Padova spiega cosa ha portato il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” ad organizzare assieme a l’Associazione Giuristi Democratici il Convegno “DL Sicurezza: contro le spinte autoritarie, questioni di costituzionalità e tutela dei diritti umani” che si svolgerà a Padova il 21 giugno 2025. Si tratta di motivazioni di merito e generali all’interno di una forte preoccupazione per le tendenze repressive che si stanno esprimendo a livello globale.
PAOLO DE STFANI
I motivi per cui ci siamo interessati a questa iniziativa sono molteplici.
Tra la fine del 2023 e il 2025 ci sono state ben sei comunicazioni provenienti da Relatori Speciali delle Nazioni Unite rivolte all’Italia che chiedevano spiegazioni prima sul Disegno di legge poi sul Decreto legge ora diventato Legge. Questo ha attratto la nostra attenzione. Ci sono molti motivi di preoccupazione da parte di questi esponenti delle Nazioni Unite soprattutto per le norme introdotte che riguardano la libertà di manifestazione, di comunicazione del pensiero, di riunione e associazione, come le famose norme che riguardano il blocco personale per esempio stradale o altre misure del genere. C’è poi un interesse particolare del Relatore Speciale sul diritto all’abitare, perché soprattutto nelle prime versioni l’articolo 10 del Decreto legge è a dir poco feroce sulle azioni per la difesa del diritto alla casa o per la resistenza rispetto agli interventi di sgombero.
Un’altra ragione del nostro interesse è legata al merito dell’impianto alla base del Decreto legge che fa riapparire una idea di diritto penale d’autore. Ci si concentra su alcune tipologie di reato dietro le quali non ci sono tanto delle azioni, degli atti pericolosi per la convivenza ma delle identità percepite come pericolose, dannose, sospette da parte dello Stato. Basta pensare al non più obbligatorio rinvio della pena per le madri o le donne incinte che commettono dei reati oppure alle occupazione delle case che vengono punite con delle pene molto forti senza peraltro alcuna norma o misura di tipo sociale per venire incontro alla carenze abitative, al fatto che le persone che vengono espulse da questi alloggi poi diventano semplicemente dei senza fissa dimora.
Un riaffacciarsi dell’idea del diritto penale d’autore che troviamo preoccupante anche perchè si collega ad una forma di tutela quanto meno esagerata delle Forze dell’ordine, per lo meno problematica rispetto alla disparità di trattamento con altri esponenti dello Stato.
Senza contare le norme riferite ai servizi segreti che consentono addirittura operazioni di copertura che prevedono teoricamente la gestione di organizzazioni terroristiche, il che è di certo un po’ eccessivo.
C’è poi la questione di una serie di norme che vanno nel senso della repressione del dissenso e che si configurano in questa fase storica come rivolte a inibire l’azione degli Human Rights Defenders, delle persone che lottano contro il cambiamento climatico e come si è visto recentemente quelli che manifestano per la pace, contro i crimini che si commettono in Palestina e così via. Si crea lo spazio per un uso ad hoc di misure repressive che sul piano teorico possono anche essere comprese ma che poi si prestano ad un utilizzo fortemente orientato politicamente da cui le forze dell’ordine dovrebbero essere tutelate.
C’è un ultimo aspetto che a nostro avviso è importante guardando ad una dimensione internazionale. Questo Decreto ora Legge mette il nostro Paese all’interno di una china che lo associa ad altri Stati in cui la democrazia è sotto pressione. Non solo non ci distinguiamo da questa tendenza generale ma con il Decreto e altre misure stiamo prefigurando la tendenza per altri. Siamo “all’avanguardia” nelle azioni che mettono potenzialmente a repentaglio le strutture democratiche. Il fatto che siamo in questo gruppo di testa di paesi non ci riempie d’orgoglio anzi ci preoccupa non poco.

Evento accreditato ai fini della formazione professionale forense con 4 crediti in materia penale. Per gli iscritti all’Ordine Avvocati di Padova registrazione tramite Sfera.
Programma
- 9:00-9.30
Apertura dei lavori e saluti introduttivi
Marco Mascia, Presidente delCentro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”, Università di Padova
Roberto Lamacchia e Aurora d’Agostino, Co-Presidenti dell’Associazione Giuristi Democratici
- 9:30-13:00
Coordina: Paola Degani, Centro di Ateneo per i Diritti Umani, Università di Padova
Intervengono
Alessandra Algostino, Università di Torino: “Legge sicurezza: un provvedimento da regime, radicalmente incostituzionale”
Fabio Corvaja, Università di Padova: “Libertà di riunione e manifestazione politica del dissenso dopo la legge sicurezza”
Antonello Ciervo, Unitelma, Sapienza Università di Roma: “Decreto sicurezza e criminalizzazione dell’opposizione sociale: le possibili questioni di legittimità costituzionale”
Paolo De Stefani, Università di Padova: “Reazioni internazionali al decreto sicurezza: preoccupazioni e critiche espresse dagli esperti indipendenti del Consiglio sui diritti umani”
Antonio Cavaliere, Università di Napoli: “Profili di contrasto con i principi di offensività e proporzione nelle norme penali della legge sicurezza”
Gian Luigi Gatta, Università Statale di Milano: “Il decreto legge sicurezza tra politica criminale e principi costituzionali”
Chiara Pigato, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione – ASGI: “Trattenere il nemico – Le norme di sfavore sui cittadini stranieri”
13:00
- 13.00 – 14.00
Pausa pranzo
- 14:00 – 16.30
Tavola rotonda – Confronto operativo su possibili strategie di contrasto alla normativa
Coordina: Giuseppe Romano, Esecutivo Giuristi Democratici
Conclude: Cesare Antetomaso, Esecutivo Giuristi Democratici, Rete “A pieno regime – No DL Sicurezza”
Per partecipare è necessaria l’iscrizione al link.
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L’Avv. Roberto Lamacchia Presidente dell’Associazione Giuristi Democratici presenta l’iniziativa