L’ordinanza del prefetto di Firenze, Francesca Ferrandino, diffusa il 10 ottobre vieta lo stazionamento nel parco delle Cascine, alla Fortezza da Basso e nei dintorni della stazione di Santa Maria Novella a chi si renda responsabile «di condotte aggressive, determinando un concreto pericolo per la sicurezza pubblica». Sanzioni e arresto fino a tre mesi per chi contravviene il divieto.
L’ordinanza usa in modo disinvolto una norma già repressiva e poliziesca quale l’articolo 2 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) per limitare la libertà personale di soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi: nel comunicato prefettizio si legge infatti che «il divieto troverà applicazione nei confronti dei soggetti che in dette aree assumano atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti, determinando in tal modo un pericolo concreto per la sicurezza pubblica tale da ostacolare la libera e piena fruibilità di quegli spazi pubblici e risultino già destinatari di segnalazioni all’Autorità giudiziaria per uno o più dei reati» (in ambito di stupefacenti, furto, rapina, danneggiamento, invasione di terreni ed edifici, detenzione o porto abusivo di armi).
Da almeno vent’anni ministri, prefetti e sindaci gareggiano nel trovare risposte di polizia a pretese esigenze di sicurezza della popolazione e, usando una normativa primaria già di per sé illiberale e di dubbia costituzionalità, con ordinanze e delibere “urgenti” anticipano la soglia di rilevanza di condotte non costituenti di per sé reato.
Così si viola anzitutto la riserva di legge e la riserva di giurisdizione poste a tutela di libertà fondamentali e quindi si violano i cardini della costituzione: gli articoli 13, libertà personale, 16, libertà di circolazione, e 24, diritto di difesa.
La “fruibilità degli spazi” asseritamente tutelata è poi un concetto vago che qui pare essere una specificazione della sicurezza pubblica: se mi siedo per terra nel Parco delle Cascine e sono stato “segnalato” (non condannato, ma nemmeno indagato) per furto sono diffidato dall’accedere a quella zona perché ne ho impedito la fruibilità e se vìolo l’ordine commetto un reato!
Siamo contrari all’uso disinvolto di questi strumenti di controllo e repressione che mirano a sanzionare condotte che non minacciano la sicurezza delle persone e invitiamo le istituzioni a tutelare, assieme alla sicurezza, i diritti di libertà sanciti dalla nostra Costituzione.
11 ottobre 2024
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI