Il 18 dicembre 2025 è stato sgomberato con un ingente schieramento militare a Torino lo storico Centro sociale Askatasuna. Abbiamo chiesto un breve commento su quanto accaduto all’Avv. Roberto Lamacchia di Torino, Co- presidente dei Giuristi Democratici e che fa parte del Gruppo dei garanti che hanno appoggiato il percorso che si era aperto in città per trasformare l’ex asilo di corso Regina Margherita in bene comune a disposizione della città.
COMMENTO DELL’ AVV. ROBERTO LAMACCHIA
“Tanto tuonò che piovve. Si potrebbe intitolare lo sgombero di ieri di Askatasuna.
Sono anni, infatti, che la minaccia incombeva sul centro sociale, mai realizzata anche grazie alla solidarietà degli abitanti del quartiere con i quali Askatasuna aveva realizzato un ottimo rapporto, ma dal momento della vittoria elettorale della destra la minaccia si è fatta più incombente.
Il sindaco di Torino accogliendo l’invito di un gruppo di cittadini promotori, appoggiati da un altro gruppo di garanti, circa la serietà dell’iniziativa aveva dato il via ad un progetto di collaborazione che rendesse ancora più socializzati quei locali occupati, aprirli ancora di più ai cittadini e togliere quella patina di irregolarità che incombeva sui locali occupati.
Naturalmente il centrodestra, soprattutto quello cittadino ha messo in atto una serie di interventi volti a bloccare il progetto. Infine ci sono arrivati con uno sgombero privo di qualunque trasparenza.
Si è partiti da una perquisizione, l’ennesima, nei locali occupati cogliendo come causa pregressi incidenti avvenuti recentemente alla Leonardo e alle O.G.R. Successivamente, avendo trovato all’interno ben sei militanti di Askatasuna si è passati a quella che è stata chiamata “presa di possesso” come se il Comune avesse richiesto lui di ottenere la restituzione dei locali.
Peccato che il Sindaco abbia detto di aver ricevuto la notizia della presenza nei locali di alcune persone dalla Forza pubblica e solo allora abbia dichiarato di ritenere rotto il progetto di collaborazione. Dunque non sarebbe stato lui a richiedere l’intervento.
Sino a ieri pomeriggio non è stato notificato alcun atto che sancisse lo sgombero. In compenso sono state chiuse due scuole limitrofe, si è bloccato il traffico sul corso Regina Margherita, sono stati murati gli ingressi del centro sociale, il tutto accompagnato da uno spiegamento di forza incredibile con uso degli idranti.
Credo che così facendo si sia voluto porre fine ad un tentativo audace e coraggioso di risolvere in maniera democratica un problema di irregolarità.
Spero che il Sindaco possa ripensare la sua decisione previ gli opportuni chiarimenti e che in questo senso vada anche l’incontro convocato per oggi pomeriggio, 19 dicembre, proprio dal Sindaco con il Gruppo dei garanti”.
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Di seguito vi proponiamo il comunicato uscito subito dopo lo sgombero firmato da Maria Chiara Acciarini, Giorgio Airaudo, Alessandra Algostino, Eleonora Artesio, Sandro Busso, Amedeo Cottino, Angelo d’Orsi, Leopoldo Grosso, Roberto Lamacchia, Livio Pepino, Gianfranco Rago e Marco Revelli .
Il testo si conclude dicendo: “In questa situazione, come sottoscrittori della lettera con cui, sin dal settembre 2023, abbiamo sostenuto il progetto di trasformazione dell’ex asilo di corso Regina Margherita in bene comune a disposizione della città, esprimiamo la più ferma protesta per l’operazione di polizia tesa ad impedirlo, chiediamo alla Giunta comunale e alle forze politiche che la sostengono di adoperarsi per la riattivazione del progetto e ribadiamo il nostro impegno ad operare in tale direzione, convinti che le complesse dinamiche cittadine richiedono dialogo e confronto e non interventi autoritari e repressivi che – è facile prevederlo – determineranno solo ulteriori contrapposizioni e violenze”.





