Iran – Libertà per Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace 2023, ricoverata in ospedale per le percosse subite durante l’ennesimo arresto del 12 dicembre 2025

Iran – Libertà per Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace 2023, ricoverata in ospedale per le percosse subite durante l’ennesimo arresto del 12 dicembre 2025


Pochi giorni fa, il 12 dicembre 2025, a Mashhad nella zona nord orientale dell’Iran, Narges Mohammadi è stata duramente percossa dalle forze di sicurezza e arrestata durante la commemorazione per la morte dell’avvocato Khosrow Alikordi. A tre giorni di distanza, il 15 dicembre 2025 attraverso la Fondazione Narges, la famiglia dell’attivista per i diritti umani ha reso noto che Narges Mohammadi è stata portata per ben due volte al Pronto Soccorso a causa delle percosse subite durante l’arresto.

Per non far passare sotto silenzio quanto sta continuando a succedere in Iran proviamo a ricostruire brevemente quello che sta succedendo.

Narges Mohammadi è nota a livello internazionale per la sua lotta contro l’oppressione delle donne e per i diritti umani.

Vicepresidente del Centro dei Difensori dei Diritti Umani, cofondato dall’Avvocata, Premio Nobel, Shirin Ebadi è stata arrestata decine di volte, condannata in diversi processi a svariate decine di anni di prigione e frustate. Non ha mai smesso di lottare anche dal carcere da cui ha denunciato i pesanti trattamenti e violenze fatte alle detenute. La sua storia fatta di arresti e persecuzioni è ben riassunto nell’ampia documentazione di Amnesty International.

Nonostante sia nel mirino della repressione del regime degli Ayatollah Narges Mohammadi ha voluto partecipare il 12 dicembre 2025 alla commemorazione dell’avvocato Khosrow Alikordi, svolta a 7 giorni dalla morte del noto legale impegnato per i diritti umani.

Khosrow Alikordi aveva difeso numerosi attivisti finiti in carcere, le famiglie degli uccisi e arrestati durante le proteste “Donna, vita e libertà” scoppiate dal 2022 dopo la morte di Mahsa Amini. L’avvocato 45enne è stato trovato senza vita nel suo ufficio a Mashhad. Ufficialmente sarebbe morto per un infarto ma questa versione è di certo poco credibile e per questo 81 avvocati tra cui Nasrin Sotoudeh hanno chiesto alle autorità di fare chiarezza. Iran Human Rights, ONG basata in Norvegia, ha dichiarato di avere “seri sospetti” che si tratti di un “omicidio di Stato”. L’avvocato Alikordi era stato arrestato varie volte, condannato al carcere, interdetto dall’esercizio della professione forense, costretto all’esilio. Il tutto con l’accusa di “propaganda contro lo Stato”.

Narges Mohammadi, vincitrice del premio Nobel per la Pace nel 2023, ritirato dalle figlie gemelle perché lei era nel famigerato carcere di Evin, appena saputo della morte di Alikordi aveva scritto un articolo per il Time in cui, dopo aver ricordato le proteste degli ultimi quarant’anni da quelle del 1999 fino alle recenti del 2022, affermava che il popolo iraniano aveva saputo dimostrare di non piegarsi nonostante la repressione, il carcere, le uccisoni e che il regime non sarebbe riuscito neanche con la forza bruta a fermare la voglia di cambiamento volto a porre fine al dispotismo religioso e a far passare l’Iran dall’autoritarismo alla democrazia.

Spinta dalla sua forte determinazione Narges Mohammadi ha voluto partecipare alla commemorazione di Khosrow Alikordi a Mashhad. Nel suo intervento ha scandito il nome di Majidreza Rahnavard, giovane oppositore di 23 anni impiccato tre anni fa dopo un controverso processo proprio nella stessa città. A quel punto i manifestanti hanno iniziato a intonare slogans contro il regime e sono intervenuti gli agenti antisommossa con le loro inquietanti moto nere, che hanno iniziato ad attaccare i dimostranti. Narges Mohammadi è stata percossa ed arrestata insieme ad altri partecipanti alla commemorazione tra cui Sepideh Gholian, giornalista autrice del libro “Il club dei fornai di Evin”, ricette culinarie per “sopravvivere in prigione”, in cui denunciava le torture ed abusi nelle carceri iraniane, in particolare ad Evin.

Domenica 14 dicembre 2025 Narges Mohammadi è riuscita a fare una breve telefonata alla sua famiglia, a cui ha raccontato le violenze subite e i due ricoveri al Pronto soccorso. Ha anche detto di essere stata accusata di “collaborazione con Israele” e di aver ricevuto minacce di morte dalle forze di sicurezza, tanto è vero che ha chiesto al suo team legale di presentare una denuncia formale contro l’organismo di sicurezza che l’ha arrestata in modo violento.

La famiglia è seriamente preoccupata per le sue condizioni di salute.

Un gruppo di attivisti iraniani, tra cui il regista Jafar Panahi, stanno chiedendo la liberazione del premio Nobel e delle altre persone arrestate. “Ciò che è accaduto – affermano in una lettera resa nota dalla fondazione Mohammadi – è stata una dimostrazione coincisa della preoccupante situazione di libertà e sicurezza, nonchè dell’inefficienza e dell’irresponsabilità del governo iraniano di oggi”.

Come Giuristi Democratici ci uniamo alla richiesta di libertà per Narges Mohammadi e per tutte le donne e gli uomini che in Iran stanno pagando un prezzo pesantissimo per affermare i diritti e la libertà.

Reazioni nel fediverso