Gravissima la situazione di chi difende i diritti umani in RDC: la vicenda di Me Arsène Lumpali

Gravissima la situazione di chi difende i diritti umani in RDC: la vicenda di Me Arsène Lumpali

Il mondo è un giardino e noi ne siamo i fiori. Quando li guardate nella loro diversità è molto bello. E ogni fiore merita di essere annaffiato.

Me Arsène Lumpali

Nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) i difensori e le difensore dei diritti umani sono sotto attacco. La situazione è gravissima come denuncia l’OMCT- FIDH . Tra i gravi casi segnalati nell’ultimo comunicato anche quello di Me Arsène Lumpali.

Abbiamo conosciuto Arsène nel novembre 2018 all’interno delle iniziative per lo sviluppo del Nodo Padovano della Rete In Difesa Di, collaborando all’organizzazione di un momento pubblico curato dal Comune di Rubano e un incontro presso il Palazzo di Giustizia di Padova con il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Padova. Arsène collabora con organizzazioni della società civile ed è impegnato in particolare nella difesa dei diritti umani di minori e donne.

Arsène è in pericolo insieme ad altre donne e uomini che lottano per i diritti umani, artigiani della pace nella difficilissima situazione di efferata violenza che attraversa la RDC.

Come Giuristi Democratici ci impegniamo perchè Me Arsène Lumpali goda immediatamente della protezione necessaria per la sua sicurezza e quella della sua famiglia.

Denuncia dell’ Osservatorio per la protezione dei difensori e delle difensore dei diritti umani (OMCT-FIDH)

RDC: giornalisti e difensori dei diritti umani presi di mira a Bukavu

Ginevra, 2 maggio 2025

L’Osservatorio per la protezione dei difensori e delle difensore dei diritti umani (OMCT-FIDH) esprime profonda preoccupazione per i ripetuti e mirati attacchi contro giornalisti e difensori dei diritti umani a Bukavu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Due casi recenti illustrano la chiara volontà delle parti in conflitto di mettere a tacere le voci critiche e indipendenti in una regione segnata da occupazione armata, conflitti persistenti e impunità.

Rapito, torturato e dato per morto: il caso del giornalista emerito Amisi Musada Émérite

Il 15 aprile 2025, il giornalista Amisi Musada Émérite, collaboratore del sito di informazione online Deboutrdc.net e attivista informatico che denunciava le violazioni dei diritti umani commesse da tutte le parti in conflitto, è scomparso dopo essere uscito di casa per recarsi al lavoro. Da diversi giorni riceveva minacce di morte da un individuo che si spacciava per un ufficiale militare e prendeva di mira lui e il suo organo di stampa per le sue inchieste giornalistiche.

Il signor Amisi è stato trovato indebolito e in stato di shock il 19 aprile 2025, alla periferia di Bukavu. Portava evidenti segni di tortura. E’ stato mmediatamente ricoverato in ospedale. Ad oggi, gli autori del suo rapimento e delle violenze da lui subite non sono stati identificati e non è stata aperta alcuna indagine seria.

Violento attacco notturno contro Me Arsène Lumpali, difensore dei diritti umani

La notte del 30 aprile 2025, l’abitazione di Me Arsène Lumpali, assistente della Commissione diocesana Giustizia e Pace dell’arcidiocesi di Bukavu, è stata attaccata da uomini pesantemente armati. Questo secondo attacco in meno di tre mesi ha lasciato la sua casa crivellata di proiettili, compresa la camera dei suoi figli. Uno dei suoi cani, preso di mira dai colpi, è stato ucciso. Anche in questo caso, gli aggressori hanno agito nella più totale impunità, con il chiaro obiettivo di intimidire o addirittura mettere a tacere questo difensore, noto per il suo impegno nel documentare le violazioni dei diritti umani a Bukavu.

Attacchi inaccettabili in un contesto di insicurezza generalizzata

Questi eventi rientrano in una preoccupante tendenza all’aumento delle minacce, intimidazioni e violenze nei confronti di giornalisti e difensori dei diritti umani che operano nelle province del Sud Kivu, Nord Kivu e Ituri, in un contesto segnato dall’occupazione di diverse aree da parte delle forze dell’AFC/M23 e di altri gruppi armati.

L’Osservatorio ricorda che le autorità congolesi hanno l’obbligo, in base al diritto internazionale, di garantire la sicurezza e la protezione dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani, in particolare di quelli esposti a rischi maggiori nelle zone di conflitto. Allo stesso modo, in base al diritto internazionale umanitario, i gruppi armati non statali hanno l’obbligo di rispettare i diritti umani e di garantire la sicurezza di tutte le persone, compresi i difensori dei diritti umani, sotto la loro giurisdizione.

Un bisogno urgente di ricollocazione e una carenza critica di risorse

Data la gravità delle minacce, molti difensori/e e giornalisti/e bloccati a Bukavu, Goma e nei territori circostanti hanno un bisogno urgente di essere rilocalizzati urgentemente in luoghi più sicuri, all’interno o all’esterno della RDC. La chiusura delle banche e la mancanza di corridoi umanitari sicuri stanno peggiorando la situazione dei difensori dei diritti umani e peggiorando ulteriormente una situazione umanitaria già precaria.

L’Osservatorio e i suoi partner si trovano ad affrontare una grave carenza di risorse per soddisfare le esigenze di emergenza di oltre cento persone a rischio già identificate. Senza risorse aggiuntive, il silenzio sarà imposto con la violenza, a causa dell’incapacità di proteggere coloro che ne hanno disperatamente bisogno.

L’Osservatorio fa appello alle autorità congolesi, agli attori armati e alla comunità internazionale per:

· Garantire protezione immediata ai giornalisti e alle giornaliste e alle difensore e difensori minacciati, anche attraverso meccanismi di ricollocazione di emergenza;

· Rispettare il diritto internazionale umanitario, in particolare da parte dei gruppi armati che controllano determinate aree, garantendo la sicurezza delle voci critiche e delle attiviste e attivisti della società civile;

· Aprire indagini indipendenti sulle violazioni subite da Amisi Musada e da Me Arsène Lumpali e assicurare alla giustizia i responsabili;

· Mobilitare urgentemente risorse per sostenere le organizzazioni di protezione locali e internazionali in prima linea.