Avvocate ed avvocati minacciati, perseguitati, finanche intercettati nelle comunicazioni con i propri assistiti. Scenari, fenomeni che siamo soliti associare alle “democrature”, ai regimi autoritari. Ma che invece, nemmeno tanto di rado, si verificano anche alle nostre latitudini, basti pensare all’inchiesta di Trapani sulle ONG di cui trattammo con i diretti interessati proprio su queste pagine.
Ed è proprio per fronteggiare le plurime segnalazioni di attacchi all’esercizio della professione che il Consiglio d’Europa ha adottato la *Convenzione sulla protezione della professione di avvocata/o*.
Questo primo trattato internazionale teso a salvaguardare la professione riconosce che avvocate ed avvocati svolgono un ruolo fondamentale nella difesa dello Stato di diritto e nella garanzia di accesso alla giustizia per tutte le persone, comprese quelle che si dichiarano vittime di violazioni dei diritti umani. Conseguentemente, la fiducia dell’opinione pubblica nei sistemi giudiziari dipende anche dal ruolo svolto dai difensori.
La Convenzione riguarda le avvocate, gli avvocati e le loro associazioni professionali: a queste viene riconosciuta centralità nella difesa dei diritti e degli interessi dell’avvocatura in quanto professione. Aspetti quale il diritto di esercitare la professione, i diritti connessi al ministero defensionale, la libertà di espressione, la disciplina e le misure specifiche per proteggere gli avvocati e le associazioni sono oggetto del trattato, in ragione del quale gli stati devono assicurare che avvocate ed avvocati possano svolgere la propria attività senza essere bersaglio di aggressioni fisiche, minacce, molestie, intimidazioni o qualsiasi ostruzione o interferenza indebita, anche, ad esempio nel rapporto con la clientela, specie quella più debole. E laddove tali circostanze concretizzino un illecito penale, dovranno essere condotte indagini efficaci, mentre alle associazioni professionali dovrà sempre essere garantita la facoltà di operare in qualità di organismi indipendenti e autonomi.
Affinché diventi vigente, la Convenzione deve essere ratificata da almeno otto paesi, di cui sei stati membri del Consiglio d’Europa.
In considerazione del moltiplicarsi di episodi di prevaricazione e vessatori nei confronti di avvocate ed avvocati, chiediamo che in occasione dell’apertura alla firma, prevista per il prossimo 13 maggio, *sia l’Italia a sottoscrivere per prima la Convenzione*.
In una cornice segnata da un generale arretramento dei diritti e dalla crescente penalizzazione di comportamenti, il ruolo delle avvocate e degli avvocati andrà tutelato, oggi più di ieri.
E anche se le istituzioni non vi provvederanno, noi proseguiremo nel nostro impegno, anche insieme alle altre realtà sensibili al tema, come la rete “In difesa di…”.
La difesa delle difensore e dei difensori è un valore da presidiare, sempre e comunque.
Qui collegamento al testo della Convenzione.
Associazione Nazionale Giuristi Democratici