GD a Bruxelles per il TPP sulla Rojava

GD a Bruxelles per il TPP sulla Rojava

Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) si riunirà il 5 e 6 febbraio 2025 a Bruxelles per esaminare le accuse di gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra commessi dalla Turchia e dalle sue forze alleate nella Siria settentrionale e orientale, nota come Rojava.

Il Tribunale esaminerà accuse come lo sfollamento forzato, l’uso di armi proibite, gli omicidi e i massacri mirati, la tortura, la manipolazione di risorse vitali e la distruzione del patrimonio culturale e religioso a partire dall’invasione di Afrin nel gennaio 2018.

I Giuristi Democratici, come parte di ELDH – European Association of Lawyers for Democracy & World Human Rights e di IADL – International Association of Democratic Lawyers, saranno presenti a Bruxelles alla 54a Sessione del TTP, che non solo è una delle espressioni più attive nell’ambito dei tribunali di opinione ma ha anche una autorevolezza internazionalmente riconosciuta.

L’Avvocata Margherita D’Andrea dell’Esecutivo GD, che sarà presente con i Colleghi Cesare Antetomaso, Paola Bevere e Simonetta Crisci, illustra le motivazioni di fondo della presenza dei GD a Bruxelles.

“Il 5 e 6 febbario 2025 saremo presenti a Bruxelles alla Sessione Permanente del Tribunale dei Popoli contro i crimini di guerra e le gravi violazioni dei diritti umani, perpetrate dalla Turchia nei confronti del Rojava.

Sappiamo che il diritto è un campo di battaglia e che ha bisogno della mobilitazione di tutte e tutti e quindi anche di forme di advocacy da parte di avvocate e avvocati.

Nel gennaio 2018 ad Afrin c’è stata l’invasione nel disprezzo totale del diritto internazionale da parte della Turchia, delle forze militari turche e delle forze paramilitari foraggiate dal governo di Erdogan. Da allora sono stati commessi crimini gravissimi, tra cui sparizioni forzate, violenze fisiche, violenze sessuali, l’uso di armi chimiche come il napalm. Per questo riteniamo che sia importantissimo esserci, dimostrare la nostra solidarietà e soprattutto porre all’attenzione internazionale quello che sta accadendo nel Rojava.

Erdogan non sta compiendo questi crimini solo con la volontà di annientare fisicamente un popolo. Li sta compiendo con la volontà di annientare una idea. Un ideale che è quello contenuto nel Confederalismo Democratico, che ha quali obiettivi principali una forma di democrazia diretta, che vive attraverso una forma di democrazia diretta, che ha obiettivi legati alla convivenza pacifica dei i popoli, all’emancipazione femminile, a forme di ecologia sociale.

Tutto questo va posto all’attenzione di tutti. Ci attendiamo che le istituzioni prendano seriamente in esame quello che accade.”

La 54° sessione del TPP dedicata alla Rojava è richiesta e sostenuta dal Comitato per la Giustizia e il Diritto e dal Dipartimento per le Relazioni Estere dell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord e dell’Est (DAANES), dal Centro di Ricerca e Protezione per i Diritti delle Donne, dalle Organizzazioni per i Diritti Umani di Al-Jazira e Afrin, nonché da MAF-DAD e. V (Associazione per la democrazia e il diritto internazionale), ELDH (Associazione europea degli avvocati per la democrazia e i diritti umani nel mondo), IADL (Associazione internazionale dei giuristi democratici), il KNK (Congresso nazionale del Kurdistan), l’Istituto curdo di Bruxelles e la Libera Università di Bruxelles (VUB). Numerose altre organizzazioni dedite alla documentazione e all’advocacy nella regione hanno contribuito a raccogliere le prove che saranno presentate alla giuria del TPP.

Proponiamo alcune brevi note sul Tribunale Permanente dei Popoli.

Le informazioni sono tratte dal portale del TPP che ne racconta, storia, evoluzioni e pratiche oltre a informare complessivamente sulle attività.

Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) è un tribunale di opinione internazionale competente a pronunciarsi su ogni grave crimine commesso a danno di popoli e minoranze. Nasce a Bologna nel 1979 nel contesto della Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli (1976) e sulla scia dell’intuizione del giurista e politico Lelio Basso.

E’ composto da una rete esperti e personalità riconosciuti a livello internazionale, di volta in volta convocati per la composizione della giuria di ciascuna sessione.

A oggi, il Tribunale ha realizzato più di 50 sessioni in tutto il mondo, garantendo la partecipazione di popoli e movimenti sociali e dando vita a un’agenda di lavoro per i diritti umani e dei popoli a livello globale.

Nel suo lungo cammino, il TPP ha concorso ad aprire una finestra sul significato del diritto internazionale per la società civile e ha evidenziato molte delle lacune e dei fallimenti dell’attuale sistema giuridico internazionale.

Il TPP costituisce un’esperienza unica proprio per la sua natura permanente, che gli ha permesso di affrontare un gran numero di situazioni, essendo aperto alla varietà di richieste che vengono sottoposte alla sua attenzione. Da qui si evince la rilevanza della sua attività di lungo periodo. In quanto “permanente”, il TPP è costantemente pronto a dare ascolto a chi subisce violazioni dei diritti fondamentali. Inoltre, la sua enfasi sul il diritto internazionale e sui diritti dei popoli, su un processo deliberativo di valutazione di prove e fatti alla luce del diritto, distingue il TPP da altri tribunali d’opinione e iniziative di denuncia di violazioni del diritto internazionale da parte di Stati e attori privati.

Il TPP prende in considerazione le richieste avanzate da rappresentanti di comunità, minoranze, popoli, società civile che sono stati e/o sono oggetto di gravi violazioni sistematiche dei loro diritti umani e dei popoli, da parte di governi, attori istituzionali e privati, e che non riescono a trovare riscontro in iniziative di tribunali nazionali, regionali o internazionali.

Nelle sue sentenze, il Tribunale non si limita ad applicare le norme esistenti, ma mette in evidenza lacune o limiti del sistema internazionale di tutela dei diritti umani per indicarne linee di sviluppo.

Come funziona il Tribunale Permanente dei Popoli?

FASE 1 – Il TPP riceve da parte di movimenti, associazioni, individui e collettività una richiesta per attivare una procedura di indagine.

FASE 2 – Il Tribunale verifica l’autonomia decisionale ed operativa dei richiedenti rispetto ad attori politici ed economici esterni. Valuta, inoltre, l’attendibilità della richiesta e la conformità con il mandato e le funzioni previste dal suo Statuto.

FASE 3 – Il Tribunale apre la fase di istruttoria durante la quale realizza indagini indipendenti sulle questioni sulle quali è chiamato a produrre un giudizio o una opinione consultiva. Informa tempestivamente le parti accusate della richiesta ricevuta con l’invito a presentare la propria difesa. Convoca i rappresentanti della giuria che dovranno comparire in occasione della sessione pubblica di cui definisce tempi e modalità di realizzazione in accordo con le realtà richiedenti.

FASE 4 – Ai fini della sessione pubblica, le realtà richiedenti documentano i casi e selezionano i testimoni secondo un programma discusso con la segreteria generale del TPP. A sessione realizzata, e avendo esaminato la documentazione raccolta, le testimonianze orali e le ragioni presentate dalla difesa, la giuria del Tribunale presenta il suo giudizio o parere consultivo.

FASE 5 – Il processo si conclude con l’invio della sentenza alle parti interessate e alle agenzie internazionali competenti.

Commenti

Una risposta a “GD a Bruxelles per il TPP sulla Rojava”

  1. […] delegazione dei Giuristi Democratici ha partecipato alla sessione. Vi proponiamo un primo commento dell’importante iniziativa con […]