Women defend Rojava

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Lettera aperta delle donne internazionali per una Siria democratica basata sulla libertà delle donne

A:
António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, Sima Sami Bahous, Direttore esecutivo di UN Women, Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo, António Luís Santos da Costa, Presidente del Consiglio europeo, Ahmed Aboul Gheit, Segretario generale della Lega Araba

Dalla caduta del regime di Assad in Siria, l’8 dicembre 2024, si discute sul futuro della Siria e sulle nuove opportunità di ricostruzione democratica della società siriana.
È essenziale che sia la società stessa a dare forma e a far progredire questa ricostruzione. È anche essenziale che le donne siriane siano coinvolte nel dare forma a questo processo, co-costruendo la politica e tutte le sfere della vita in modo autodeterminato.
La Siria si trova in uno stato di guerra civile da oltre un decennio, un processo iniziato con una rivolta contro l’oppressivo regime baathista. Nei 13 anni successivi, la società si è ripetutamente confrontata con i più atroci crimini contro l’umanità da parte di vari gruppi terroristici come il cosiddetto Stato Islamico o con gli attacchi di invasione da parte dello Stato turco in violazione del diritto internazionale.
Nella Siria settentrionale e orientale, dal 2012 la popolazione curda sta costruendo una società autogestita basata sulla liberazione delle donne, sull’ecologia e sulla democrazia di base. Le donne hanno svolto un ruolo molto importante in questo processo. In questo modello sociale, le donne si assumono responsabilità e sono rappresentate in tutti i settori della vita sociale e politica. Si sono organizzate per difendere se stesse e la vita di tutti. Le unità di difesa femminile dell’YPJ, insieme all’YPG e all’SDF, hanno combattuto contro lo Stato Islamico e liberato numerose città dal suo regno. Il modello sociale di confederalismo democratico nella Siria settentrionale e orientale ha creato una coesistenza multietnica e multireligiosa che può servire da modello per la riorganizzazione in tutta la Siria.
Le donne in Siria si sono unite e organizzate per reagire agli attacchi contro le donne e la società nel suo complesso.
Sono determinate a lavorare per dare forma al processo di pace, per una società democratica, per la verità e la giustizia. Per questo motivo, il 22 dicembre 2024, il Consiglio delle donne siriane ha presentato una dichiarazione per rimodellare la Siria. In questa dichiarazione, l’associazione, composta da donne provenienti da diversi contesti etnici, religiosi e culturali, chiede la partecipazione decisiva delle donne e di tutte le componenti della società siriana ai processi politici.
Sosteniamo i 13 obiettivi e richieste (in allegato) sviluppati dal Consiglio delle donne siriane per costruire una nuova Siria democratica basata sulla partecipazione delle donne. Inoltre, il riconoscimento e la partecipazione dell’Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale (DAANES) all’attuale processo è essenziale per un futuro democratico in Siria.
Chiediamo alla comunità internazionale e a tutti gli attori politici di riconoscere ufficialmente il DAANES, di sostenere direttamente le organizzazioni civili presenti e di stabilire una cooperazione a lungo termine. Chiediamo sostegno e alleanze politiche con le organizzazioni femminili democratiche e la società civile in tutta la Siria, piuttosto che la cooperazione con i gruppi jihadisti la cui ideologia e pratica si basa sull’umiliazione e l’oppressione violenta delle donne.
Chiediamo inoltre l’immediata sospensione delle forniture di armi e delle concessioni politiche alla Turchia. Le relazioni diplomatiche con le forze democratiche in Siria devono essere rafforzate per fermare i violenti attacchi della Turchia, per porre fine alla guerra e per consentire la costruzione di una Siria democratica.
È il momento di rafforzare le forze democratiche in Medio Oriente, come il DAANES, e di stare dalla parte delle donne che lottano per la libertà, la pace e la democrazia in Siria!

Lettera firmata da 650 donne, avvocate, docenti, attrici, giornaliste, scrittrici e artiste