La riflessione che preparò e poi accompagnò l’approvazione della legge 194 fu non solo coinvolgente ampi ambiti culturali che riprendevano le tematiche approfondite nel corso della rivoluzione sessuale della fine degli anni sessanta, ma addirittura politica, confrontandosi con temi quali il rapporto tra sesso e potere, l’emancipazione sociale. Ci domandiamo se ridurre oggi la discussione all’oggetto “aborto”, sì o no, non rappresenti una regressione ed un’abdicazione alla fecondità dell’elaborazione del pensiero femminista. Vorremmo interrogarci, in altre parole, sul motivo per cui tutta l’elaborazione del pensiero femminista resti sistematicamente fuori dal campo della discussione, tradotta – e tradita – nello scontro violento e riduttivo “diritto all’aborto sì – diritto all’aborto no”.
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