A breve la più grande e partecipata spedizione umanitaria cercherà di forzare via mare il blocco degli aiuti a Gaza. Cosa farà Israele? Dispone della più sofisticata efficacia di controllo/sorveglianza al mondo, ben testata nel suo illegittimo laboratorio palestinese da decenni. Fornisce droni a Frontex per il controllo delle rotte nel Mediterraneo e alimenta i nostri servizi segreti con illeciti meccanismi di intrusione nei telefoni cellulari degli attivisti delle Ong; ben potrà, quindi, riscontrare che tutte le imbarcazioni non trasportano armi e non sono pertanto in alcuna forma un pericolo né definibili (Ben Gvir dixit… ) con la ridicola formula di terrorismo . Peraltro, che Israele possa far riferimento a una qualche forma di tutela del diritto internazionale rappresenta un argomento paradossale atteso che —come noto— agisce al di fuori dello stesso. Se pure intendesse farlo non potrebbe giuridicamente trovare appoggi e impedire lo sbarco degli aiuti umanitari né arrestare chicchessia. L’intervento in acque internazionali è riservato a situazioni di pericolo verso lo stato destinatario: la Palestina. Israele occupa illegalmente Gaza e ne controlla impunemente i confini da ben prima del 7 ottobre 2023. Su questo non ci sono dubbi (tra le altre: sentenza del 19 luglio 2024 Corte Internazionale di Giustizia). Il fermo di attivisti li esporrebbe a un ulteriore quadro illecito, praticandosi la tortura nelle carceri. Insomma, deve consentire alla società civile mondiale di adempiere a quel dovere cui gli stati non assolvono benché imposto da innumerevoli convenzioni, non ultima quella contro il genocidio. L’appoggio (rectius difesa) deve venire anche dal nostro governo di destra memore del suo storico slogan ‘aiutiamoli a casa loro’: non va più bene???
Se Israele non consentisse lo sbarco, perché abbiamo ben chiara l’ultima spedizione —ma anche l’assassinio di nove componenti della freedom flotilla 2010— sarà compito di noi tutte e tutti levare una protesta di dimensione proporzionata alla storicità dell’evento e quindi: enorme. Come Giuristi Democratici e come nascente rete di penalisti italiani impegnati in queste lotte ci impegniamo fin d’ora a garantire la nostra presenza in tutte le piazze e luoghi di Italia ove sarà necessario. Abbiamo già inviato una diffida formale via PEC (tramite l’avv. Gianluca Vitale del foro di Torino come referente domiciliatario e sottoscritta da moltissimi professionisti) ai ministri competenti e all’ambasciata italiana affinché sia attiva nella difesa dell’incolumità degli equipaggi e non ometta alcuna azione necessaria. Siamo pronti a intraprendere ogni possibile via giudiziaria.
Adelante!




