Molto partecipata l’assemblea nazionale che si è svolta a Roma domenica 4 maggio a dimostrazione che il percorso di mobilitazione contro il Decreto Sicurezza non solo non si è fermato dopo il golpe autoritario del governo, che ha trasformato il Disegno di Legge in Decreto, ma anzi si sta allargando in vista della Manifestazione nazionale del 31 maggio 2025.
Diversi gli appuntamenti in calendario prima della manifestazione nazionale, in particolare in occasione della conversione del Decreto in Legge prevista per il 26 maggio e anche dopo nella consapevolezza dell’importanza di non fermarsi in questa importante battaglia di libertà.
All’assemblea per i Giuristi Democratici è intervenuto l’Avvocato Cesare Antetomaso. Di seguito il suo intervento.
“Sono molto rincuorato dalla partecipazione anche fisica a questa giornata perché non era scontato che dopo mesi di stallo, almeno per quanto riguarda la partecipazione, ci ritrovassimo così in tante e tanti.
Quella che abbiamo appena passato è stata una settimana di azioni in cui abbiamo potuto assistere ad un innalzamento degli schieramenti di FF.O. che mano a mano sono stati messi in campo in maniera sempre più massiccia nella settimana di proteste messe in atto da attiviste ed attivisti di Extinction Rebellion. Soprattutto davanti al Ministero della Giustizia, dove tra penitenziaria, guardia di finanza, polizia ad un certo ci aspettavamo di vedere anche l’intervento dell’esercito. In questo frangente abbiamo potuto anche “ammirare” – ci sono anche le immagini e ognuno le può vedere – come, per esempio, alcuni operatori della polizia penitenziaria pensino di rimuovere i corpi delle persone che fanno resistenza passiva, non con la presa canonica di due agenti da gambe e braccia ma semplicemente prendendo solo per le braccia e trascinando lungo l’asfalto la schiena degli attivisti. Questo è il quadretto al quale abbiamo potuto assistere.
È presente qui qualche parlamentare e questo è sicuramente un fatto positivo. Molti ricorderanno che in più occasioni ho iniziato i miei interventi dicendo che la presa di coscienza delle opposizioni parlamentari è stata tardiva, ma quello che sta succedendo oggi ci conforta e va riconosciuto che all’interno dei nostri momenti di partecipazione e di lotta un più stretto coordinamento con i parlamentari ha funzionato. Per esempio quando le svariate decine di persone sono state portate in Via Patini per le operazioni d’identificazione –che come sapete si protraggono inutilmente per ore– la pressione dei rappresentanti delle istituzioni, oltre a quella di noi avvocati è stata importante per accelerare i tempi e tenere accesa la luce sui fermati fino al momento del rilascio. Bisogna tenere conto che anche per le parlamentari non sono bei momenti. Avete saputo tutti delle difficoltà che incontrano ad entrare finanche nei CPR, una cosa che dovrebbe essere garantita sempre senza il minimo ostacolo al solo presentarsi e invece anche loro cominciano ad avere difficoltà per l’ingresso.
Siamo in un clima molto particolare. L’episodio della fornaia di Ascoli lo rappresenta plasticamente. Prendono piede le peggiori tendenze all’interno delle forze dell’ordine, ma anche delle amministrazioni. Quella di Ascoli è una vicenda da seguire attentamente perché sta avendo sviluppi molto curiosi: anziché procedere all’identificazione di chi di fatto ha commesso il reato di procurato allarme chiedendo l’intervento della Polizia municipale per via di uno striscione che “andava verificato” dalle forze dell’ordine, si è intimidita per ben due volte una persona che ha fatto, secondo noi, semplicemente il suo dovere.
In questo quadro, l’astensione di tre giorni dalle udienze proclamata dalle Camere Penali è un fatto molto importante. Lunedì, martedì e mercoledì noi avvocate ed avvocati ci asterremo da tutte le udienze e quindi da tutte le attività all’interno dei tribunali. Ci sarà un presidio in piazza Cavour a Roma domani, lunedì 5 maggio e il 7 maggio ce ne sarà un altro nazionale. Si tratta di appuntamenti da seguire con attenzione.
Come Giuristi Democratici fin da subito abbiamo detto che il nostro impegno all’interno della Rete e anche autonomamente non si ferma con l’approvazione della legge. Stiamo costruendo per sabato 21 giugno 2025 a Padova –quando il decreto sarà stato convertito in legge a meno di sorprese, che sarebbero graditissime– una iniziativa nazionale in cui proveremo ad allestire una seria controffensiva dal punto di vista legale, al mattino con docenti di diritto costituzionale, diritto penale e procedura penale e al pomeriggio con noi giuristi pratici, avvocate ed avvocati. Proveremo a strutturare, speriamo nel miglior modo possibile, le questioni di legittimità costituzionale.
Ci stiamo attrezzando, grazie all’impegno di Arci, Un ponte per, tutte le realtà che conosciamo e delle quali facciamo parte come il Coordinamento della Rete In difesa di, nella Net For Defenders, rete di avvocate ed avvocati che a livello nazionale, come già avvenuto in altre nazioni, si impegni a rendere efficace e garantire un pieno diritto alla difesa delle e degli attivisti che dovessero incappare nelle maglie della repressione, non solo a Roma o nelle grandi realtà dove reti di avvocate ed avvocati sono già presenti, ma anche nei piccoli centri. Dove peraltro stanno comunque succedendo delle cose particolari anche in senso positivo perché il PM di Foggia che solleva di sua sponte la questione di legittimità costituzionale dell’intervento sul reato di resistenza a pubblico ufficiale è un dato assolutamente incoraggiante.
Da parte di questo governo c’è un attacco a tutta la giurisdizione e sembra che di questo finalmente ce ne si stia prendendo atto collettivamente.
Se dobbiamo riportare, come è stato detto nell’intervento iniziale, la sicurezza nei suoi ambiti fuori da ogni mistificazione dobbiamo dire che non siamo noi ma sono esattamente loro gli anti-legalitari. Noi siamo qui esattamente per difendere l’unica legalità che riconosciamo: la legalità repubblicana prevista dalla Costituzione
Barbara Tibaldi della Fiom, che come al solito ci fornisce suggestioni interessanti, ha detto “non dobbiamo permettercelo” ed è quello che dovremmo sempre tener presente in questi giorni. Non ci fermeremo perché non possiamo permettere questo macroscopico oltraggio alla legalità repubblicana e ai diritti fondamentali previsti nella nostra Carta. Non ce lo possiamo permettere, per cui avanti insieme.“
Dopo i numerosi interventi che hanno arricchito il dibattito è stato stilato e condiviso il report finale, che racchiude quanto è stato discusso e le iniziative future.
SE VOI FATE IL FASCISMO, NOI FACCIAMO LA RESISTENZA
Oggi ci troviamo di nuovo qui, in centinata, dopo otto mesi di mobilitazione che ha portato in piazza il 14 dicembre 100.000 persone. Una lunga marcia che non si ferma ha animato i territori di tutto il Paese con manifestazioni e assemblee fortemente partecipate e ha caratterizzato il 25 aprile in tutta Italia con cortei densissimi per celebrare la resistenza di ieri e, soprattutto, quella a cui siamo chiamati oggi.
Partiamo dunque dai due appuntamenti che oggi abbiamo approvato con largo consenso: il 26 maggio, quando il decreto approderà alla Camera, e il 31 maggio a Roma in una grande manifestazione nazionale.
Lo scenario che ci troviamo davanti a questo punto è fortemente cambiato rispetto ai primi mesi di quest’anno. Il Governo Meloni ha forzato il meccanismo di discussione democratica e approvato nel Consiglio dei Ministri il Decreto Legge Sicurezza, sottraendo il provvedimento al voto nelle aule parlamentari. Un’accelerazione che è l’ultimo atto di una evidente svolta autoritaria che l’estrema destra sta imponendo al nostro Paese, a partire dalla torsione all’economia di guerra fino al silenzio nei confronti dei referendum del prossimo 8 e 9 Giugno e delle vertenze e dei contratti aperti, tra cui quelli del settore metalmeccanico.
Eppure la mobilitazione che abbiamo promosso in questi mesi e che ci fa ritrovare ora, in tant3 e in divers3, ci parla di una opposizione reale ed estesa nel nostro Paese, che non riguarda più soltanto gruppi organizzati ma anche l’eccedenza.
Una convergenza e un’assonanza trasversale che non ha fatto leva su egemonie interne ma che ha saputo animare uno spazio e un universo composito, attraverso la promozione di appelli tematici e vertenze specifiche, dimostrando che il nostro paese non è affatto pacificato ma che, anzi, è pienamente dotato degli anticorpi necessari a bloccare la torsione anti-democratica che il Governo Meloni vuole imporci.
Questa Rete ha avuto il mandato trasversale di costruire uno spazio di opposizione e dissenso, di rispondere ai tentativi di deriva autoritaria e di negazione dei diritti.
Con questo obiettivo prosegue la costruzione di una mobilitazione di massa che dia corpo a una opposizione sociale duratura e di rilancio. Dopo il 31 maggio e oltre il DL Sicurezza.
Il 26 maggio il provvedimento arriverà in Aula alla Camera per la fiducia. In quel giorno siamo chiamati a costruire una piazza capace di raccogliere voci, protagonismo, potenza conflittuale diffusa, che ospiti interventi delle soggettività che si sono schierate contro il ddl e che si trasformi in assedio reale all’unanimismo autoritario del Palazzo con l’obiettivo di fermare l’iter del DL paura, come stiamo dicendo da mesi. Dentro l’Aula, invece, chiediamo che venga attuato un meccanismo di sabotaggio a opera delle forze politiche di opposizione per impedire a tutti i livelli che questa legge – la peggiore che il Governo Meloni di estrema destra ha imposto al nostro Paese e la peggiore della nostra storia repubblicana – modifichi profondamento l’assetto democratico.
Il 31 maggio l’appuntamento sarà in Piazza per una manifestazione nazionale, plurale, in cui convergano le ricchezze, le proposte, le istanze, le idee di società che stanno determinando l’opposizione sociale e politica al Governo Meloni, al suo piano autoritario e antipopolare. Saremo una moltitudine in movimento: l’obiettivo sarà quello di andare oltre.
Quella giornata sarà dedicata a una manifestazione di massa, di tutti coloro che alzano la testa contro i soprusi, composta dalle tante voci del conflitto e del dissenso sui temi sociali, civili, politici.
Le forme di conflitto diventano strumento necessario per la difesa della democrazia, per respingere tutti i tentativi autoritari del Governo Meloni perché la nostra opposizione sociale continuerà a essere reale e vigile contro qualsiasi ulteriore svolta anti-democratica e autoritaria. Non ci fermeremo.
Siamo obbligati ad andare avanti perché oggi siamo più forti e più determinati a praticare il conflitto e a immaginare insieme come farlo, come disobbedire, come resistere, come difenderci. Accogliamo anche una riflessione più profonda sulle pratiche del conflitto, consapevoli che le tante storie che animano la rete – manifestazioni non violente, disobbedienza, pratiche di autotutela della piazza – debbano convergere sempre sulla pratica dell’obiettivo e sulla capacità di creare una dialettica tra conflitto e consenso. Ogni pezzo di questa rete – a proprio modo, sul proprio terreno, con i propri codici – lo sta facendo e lo farà. Questa è diventata una nostra priorità. Abbiamo creato uno spazio di difesa e di rottura per recuperare il terreno dei diritti che questo Governo vuole limitare, ci siamo riappropriati di quegli spazi pubblici che vogliono toglierci pezzo dopo pezzo.
Continuiamo allora a dare ampia visibilità al lavoro dei molti nodi di questa rete, sui territori e centralmente. Ci attendono appuntamenti importanti, che rafforzano e amplificano i prossimi 26 e 31 maggio.
Dall’altro ieri è iniziato lo sciopero della fame a staffetta promosso da sindacati, associazioni e giuristi, che terminerà proprio con la manifestazione nazionale. Il 17 maggio a Roma per la mobilitazione LGBTQIA+; nello stesso giorno, a Milano si scende in piazza per dire NO al cosiddetto “Remigration summit”, un evento che diffonde messaggi xenofobi e disumani, incompatibili con i valori della nostra città e della Costituzione. Il 26 e 27 maggio a Napoli è organizzata una opposizione al vertice NATO dedicato alla difesa e alla sicurezza del Mediterraneo che vede ospiti Libia e Israele.
Nei giorni antecedenti, sempre a Napoli il 23 e 24 maggio segnaliamo l’appuntamento del Social Forum dell’Abitare.
Il 31 maggio la mattina è il momento dell’assemblea nazionale del coordinamento delle associazioni e docenti del movimento contro le nuove indicazioni nazionali per la scuola. L’8 e 9 giugno per il Referendum sul lavoro e la cittadinanza. E poi, ricordiamo il 21 giugno in cui è prevista una grande manifestazione europea contro il Riarmo, perché il contrasto alla guerra resta la cornice politica dentro la quale ci muoviamo.
Non ci fermeremo.
Nel FB della Rete No DDl Sicurezza puoi ascoltare la registrazione dell’intera assemblea.
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