A Bruxelles con la Rete nazionale A pieno Regime – No DDL Sicurezza

A Bruxelles con la Rete nazionale A pieno Regime – No DDL Sicurezza




Giuristi Democratici hanno partecipato con gli avvocati Cesare Antetomaso, Paola Bevere e Simonetta Crisci alla delegazione italiana, rappresentativa delle molte organizzazioni sociali, associazioni, movimenti, reti mutualistiche, forze politiche e sindacal che si oppongono al DDL Sicurezza.

Una nuova importante tappa di mobilitazione che segue le tante iniziative a livello locale, la riuscita manifestazione nazionale del 14 dicembre 2024 e le due giornate a Roma del 11 e 12 gennaio 2025.

Obiettivo della presenza a Bruxelles: porre all’attenzione del Parlamento Europeo il caso Italia e tessere alleanze europee per rafforzare l’opposizione alla deriva autoritaria in atto non solo nel nostro paese ma in tutto il continente.

La delegazione ha partecipato in mattinata alla Iniziativa “Resistenza nera contro l’esternalizzazione delle frontiere dell’UE: lotte antirazziste in Tunisia e Libia”, organizzata dall’europarlamentare Ilaria Salis ed altri membri del Parlamento Europeo, dedicata alle violenze sui migranti in Tunisia e Libia.

Nell’incontro è stata illustrato il report realizzato da un gruppo di ricercatori internazionali sulla drammatica situazione in Tunisia e Libia, sono state ascoltate le testimonianze di migranti sopravvissuti alla tratta di esseri umani e le voci delle associazioni, collettivi ed attivisti impegnati nello lotte per la difesa dei diritti umani nel Mediterraneo.

E’ seguita una Conferenza stampa all’interno dell’Europarlamento in cui è stato chiesto che l’Italia diventi un Osservato Speciale dell’Europa visto che il DDL Sicurezza racchiude pericolosi aspetti autoritari inaccettabili.

Al Parlamento europeo con la delegazione italiana per dire NO alla deriva autoritaria

Quello che sta succedendo in Italia, è stato sottolineato, si inserisce in una pericolosa deriva che vuole avvolgere l’Europa, minandone le basi democratiche. La Conferenza stampa ha voluto essere un vero grido d’allarme perché la democrazia europea è in pericolo. Per questo è importante attivarsi insieme a livello europeo e mobilitarsi in maniera compatta.

In serata presso la Sala Spinelli del Parlamento Europeo si è svolta l’Assemblea, Fermiamo il DDL Sicurezza in Italia. Fermiamo la deriva autoritaria in Europa.

Numerosi sono stati gli interventi di membri del Parlamento Europeo, di rappresentanti dei movimenti sociali, di associazioni, di esperienze sindacali, di esponenti politici che oltre a denunciare gli aspetti inacettabili del DDL Sicurezza hanno messe le basi per un’azione comune a livello europeo, quanto mai necessaria. Un’assemblea inedita, carica di significato che a partire da quello che il DDL Sicurezza significa in Italia ha rappresentato una spinta innovativa alla mobilitazione contro la deriva autoritaria in tutto il continente.

E’ possibile ascoltare l’intera assemblea nella pagina FB della Rete nazionale A pieno Regime – No DDL Sicurezza

Nell’assemblea, tra i numerosi interventi, ha portato il suo contributo anche l’Avvocato Cesare Antetomaso dell’Esecutivo di Giuristi Democratici.

Intervento Avvocato Cesare Antetomaso

All’inasprirsi della spinta autoritaria assistiamo già nelle aule di giustizia oggi, figuriamoci con l’approvazione di questo DDL.

A me spetta il compito ingrato di porre luce sull’aspetto più oscuro, facendo a gara tra i vari aspetti neri di questo DDL, che è la prima parte dell’Articolo 31. L’articolo 31 del DDL Piantedosi, Nordio, Crosetto, introduce nuove disposizioni inerenti le attività dei servizi segreti. Questo “consente agli agenti di dirigere organizzazioni con finalità di terrorismo anche internazionale e di eversione dell’ordine democratico”, queste non sono parole mie ma contenute nel Dossier del Servizio Studi del Senato della Repubblica.

Come dire la strategia della tensione scriminata per legge: preparo un golpe con qualche decina di neofascisti invasati, mi scoprono, i servizi segreti garantiscono per me che lo stavo facendo per finalità istituzionali … tutto a posto, abbiamo scherzato … ma fino magari al prossimo tentativo che magari riesce.

Quest’anno in Italia ad aprile ricorre l’ottantesimo della liberazione dal nazifascismo avvenuto nel 1945 ma a maggio ricorre un altro anniversario dalla cifra rotonda ed è il sessantesimo dal Convegno del Hotel Parco dei principi del 1965, dove tra brillanti scrittori, generali infedeli e acuti corsivisti – che solo 35 anni dopo si scoprirono o meglio si fece finta di scoprire che avevano militato con dedizione e ruoli di rilievo nelle SS italiane – ebbene lì tra le altre cose si teorizzo, leggo testualmente, “la creazione di nuclei scelti addestrati di pochissime unità addestrati a compiti di controterrore e di rotture dei punti di precario equilibrio per scuotere l’indifferenza della massa di fronte al deteriorarsi della situazione nazionale.”

Dal 1969 in poi sappiamo quanto sangue e vittime innocenti abbia prodotto quella stagione troppo lunga nel nostro paese.

Su questo DDL si sono già espressi allarmati OSCE, Consiglio d’Europa, Onu.

Non ho nenche un minimo di tempo per dirvi quali sono i profili di illeggitimità, che potete cercare da soli di approfondire.

Ma e mi preme a dirlo in questa sede, i valori della Carta fondamentale dell’Unione europea, in special modo quella della libertà di cui al capo II, in particolare gli articoli 10, 11 e 12 vengono letteralmente calpestati.

Cari onorevoli, deputati europei ed italiani mi sembra ci siano abbastanza elementi per aprire il caso Italia.

Non perdiamo altro tempo.

La giornata si è conclusa con un incontro con movimenti, organizzazioni e forze sindacali europee.

La delegazione segna un passo in avanti importante per le prossime mobilitazioni contro il DDL Sicurezza che assumendo un valore europeo non solo si arricchiscono ma aprono la possibilità di una battaglia continentale per la difesa e l’allargamento reale dei diritti.

La presenza a Bruxelles dei Giuristi Democratici non si esaurisce: il 5 e 6 febbraio saremo ad un altro importante appuntamento: la sessione del Tribunale Permanente dei Popoli sulla Rojava.