Giurista democratico insigne, Rodotà ha segnato, con le sue elaborazioni, il suo insegnamento e le sue iniziative militanti, una fase importante dello sviluppo della democrazia e del pensiero giuridico progressista.
Una vita spesa per l’affermazione dei diritti di tutte e tutti, di quelli scolpiti nella Costituzione repubblicana e di quelli emergenti dagli avanzamenti scientifici e tecnologici, nuovi e universali: delle nuove tipologie di famiglie ed alla privacy, tra gli altri.
Dalla critica del “terribile diritto” di proprietà alla teorizzazione dei beni comuni con la vittoriosa battaglia per la difesa dell’acqua pubblica; dall’impegno incessante a difesa della pace, minacciata e violata dalle varie guerre condotte dall’Occidente e dall’Italia in chiaro spregio della Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale a quello per il rinnovamento e la rifondazione dell’Europa con la partecipazione al Comitato dei saggi che produsse un’importante elaborazione, ancora in larga parte disattesa, fino alla intransigente e vittoriosa lotta per proteggere la Costituzione del ’48 dal tentativo di stravolgimento in chiave oligarchica, Rodotà ha visto, come noi e molti altri, nell’attuazione piena e senza compromessi del disegno costituzionale la garanzia di una società più giusta e più umana in cui si potessero a pieno realizzare i diritti individuali e collettivi.
Il suo è stato un appassionato percorso politico e culturale, lungo il quale ha incontrato anche i Giuristi Democratici, contribuendo molto alla crescita della nostra Associazione internazionale.
Per tutto ciò, quattro anni fa sostenemmo con forza la sua candidatura a Presidente della Repubblica: la sua elezione avrebbe potuto finalmente aprire una stagione nuova per il nostro Paese. Purtroppo però, il partito erede principale della tradizione politica cui anch’egli aveva dato un grande contributo, gli voltò le spalle per motivi oggi perfettamente comprensibili: con quel “professorone” tra i piedi, ogni tentativo di manomissione della Costituzione difficilmente sarebbe andato a buon fine.
Noi giuristi democratici, profondamente addolorati oggi per la sua dipartita, siamo orgogliosi di averlo avuto al nostro fianco in tutte queste ed altre battaglie e ci impegniamo a portarne avanti con coerenza l’insegnamento.
Torino-Padova-Bologna-Roma-
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI