Flessicurezza e diritti dei lavoratori

Flessicurezza e diritti dei lavoratori

DICHIARAZIONE SUL CONCETTO DI FLESSICUREZZA DELLA COMMISSIONE

EUROPEA : PER UN DIRITTO DEL LAVORO CHE PROTEGGA (DAVVERO) I LAVORATORI

Il 13 e il 14 novembre 2007, il Parlamento europeo affronterà il dibattito sulla definizione di ‘flessicurezza’.

Il 13 e il 14 dicembre 2007, il Vertice europeo discuterà su questo argomento e stabilirà le

direttive per i prossimi 3 anni.

I firmatari della presente dichiarazione si dichiarano fortemente preoccupati per questo

concetto e per le sue conseguenze sul diritto del lavoro. Ufficialmente, la flessicurezza vuole combinare la flessibilità per i datori di lavoro con la sicurezza per i lavoratori.

In realtà, gli ultimi decenni sono già stati caratterizzati da un regresso delle regole a tutela del diritto del lavoro, e questo a beneficio dei datori di lavoro. Questo cambiamento ha creato una situazione nella quale solo il 60% dei lavoratori (percentuale neppure raggiunta in tutti i paesi dell’UE) sono impiegati con un contratto di lavoro ‘classico’. Gli altri sono impiegati a tempo parziale, nei contratti a tempo determinato, nei mini-jobs, in subappalto, negli impieghi ad interim o perfino sotto lo statuto obbligato di lavoratore autonomo.

Nonostante ciò, la flessibilità esistente non è sufficiente per gli imprenditori. Col pretesto della competitività e secondo i loro interessi ne chiedono ancora di più.

Nel suo Libro Verde del 2006 e oggi, nei principi comuni sulla Flessicurezza (giugno 2007) , la Commissione europea adotta la posizione padronale e neoliberale e promuove la penetrazione del concetto di flessicurezza nel diritto del lavoro.

Questo dibattito non si svolge soltanto a livello teorico, ma presenta anche delle conseguenze pratiche. La Commissione europea vuole liberalizzare le condizioni di

fine contratto, facilitare i meccanismi di concorrenza tra i lavoratori con e senza contratto fisso e anche sviluppare la

possibilità di impieghi precari. Il costo di questo aumento della flessibilità sarà pagato dai lavoratori e dallo stato sociale. Il diritto del lavoro perderà la sua funzione protettiva, il che provocherà ancora più precarietà, meno standard di protezione e tutto questo senza effetto positivo all’occupazione.

I firmatari chiedono alle istituzioni europee :

– di prendere tutte le misure economiche e finanziarie che diminuiscano la disoccupazione di massa,

– di rafforzare i regolamenti protettivi del diritto del lavoro rispettando i diritti fondamentali e di estendere la loro applicabilità a tutte le forme di lavoro,

compresi i lavoratori autonomi che, in realtà, a livello economico, giuridico e personale

dipendono dal loro committente,

– di rafforzare la negoziazione collettiva affinché i rappresentanti sindacali possano

difendere in modo efficiente i diritti dei lavoratori a livello europeo contro gli aspetti di

flessicurezza che ledono i loro diritti,

– di dare priorità alle misure di flessicurezza che sono nell’interesse dei lavoratori,

– di abbandonare una politica che consiste nel ridurre la protezione sociale e nell’ aumentare i margini di profitto delle imprese (col pretesto di creare più impiego), una politica che è condannata al fallimento.

Questo testo è una dichiarazione collettiva di :

– Associatione europea dei Giuristi per la Democrazia e i Diriti dell’Uomo nel mondo

(firmato da Thomas Schmidt)

– L’associazione Progress Lawyers Network (firmato da Jan Buelens)

– L’Associazione Avvocati Europei Democratici (firmato da Mireille Jourdan)

Tutti quelli che vogliono firmare questa dichiarazione, lo possono fare menzionando :

‘DICHIARAZIONE SUL CONCETTO DI FLESSICUREZZA DELLA COMMISSIONE

EUROPEA : PER UN DIRITTO DEL LAVORO CHE PROTEGGA (DAVVERO) I LAVORATORI’

All’indirizzo : info@terralaboris.be

Il testo e le firme saranno inviati al Parlamento europeo per la riunione del 13 e del 14 novembre. Le firme possone essere inviate fino all’11 novembre, a mezzanotte.