Dal Newroz 2002

Dal Newroz 2002

Alcuni giuristi del Coordinamento Nazionale Giuristi democratici hanno

partecipato in qualità di osservatori alla delegazione che si è recata in

Turchia in occasione del Newroz, festa del capodanno curdo ( ma comune anche ad

altre popolazioni ) nel periodo dal 16 al 24 marzo .

Il gruppo si è recato ad Istanbul e a Van, seconda città del Kurdistan dopo

Dyarbakir partecipando a incontri con:

IHD- Associazione dei diritti umani – Istanbul e Van

COG-DER- Associazione dei rifugiati – Istanbul e Van

TAYAD – Associazione dei familiari dei detenuti politici

SINDACATO degli Insegnanti – Van

Organizzazione degli studenti firmatari della petizione per la lingua- Van

HADEP ( Partito dei lavoratori ) Van

BARO ( Consiglio dell’Ordine degli avvocati ) – Istanbul e Van

SINDACI delle città curde di Van e Bostanic

AVVOCATI DI OCALAN sottoposti a procedimento penale

In sintesi i dati più importanti, così come ci sono stati riferiti:

1) l’elemento di novità rispetto ai viaggi e incontri delle precedenti

delegazioni è rappresentato dalla petizione sottoscritta da 20.000 studenti

con la quale è stata richiesta la possibilità di studiare come lingua

sussidiaria quella curda, di cui fino ad oggi è vietato l’insegnamento ( non

c’è nessun limite legale invece per lingue diverse dal curdo ).

La petizione, quindi, contiene addirittura il riconoscimento del turco come

lingua ufficiale dello Stato, ed ha una valenza politica non di scontro ma di

pacificazione sociale per la coesistenza del popolo curdo e turco.

Nonostante questo, circa 900 studenti sono stati arrestati per avere firmato la

petizione ed accusati di ” separatismo” e trenta di loro sono ancora in carcere

( i dati sono forniti dall’Associazione dei diritti umani – IHD ) .

Gli studenti hanno riferito di subire continue vessazioni per l’appoggio alla

petizione e hanno chiesto di fare conoscere in Italia e in Europa la loro

situazione, consegnandoci il testo della petizione in turco che faremo

tradurre in questi giorni per iniziare una raccolta di firme di solidarietà, a

partire proprio dalle Università italiane, per poi mandarla agli studenti e

alla autorità interessate.

2) Analoga situazione hanno rappresentato gli insegnanti incontrati a Van,

soggetti a trasferimenti forzati ogniqualvolta pongano in essere una attività

di sostegno ( anche solo presunto ) all’insegnamento della lingua curda o

parlino in lingua madre con gli studenti.

3) Il problema del riconoscimento del diritto di insegnare la lingua curda,

passaggio cruciale nel difficile cammino di democratizzazione della Turchia, è

oggetto di una delle modifiche costituzionali di più difficile interpretazione

( art. 42).

Senza addentrarci nella questione complessa della riforma costituzionale, che

comunque sta interessando il paese e segna un timidissimo passo in avanti, e

in attesa di documentazione in lingua inglese promessa dal Consiglio degli

Avvocati di Istanbul, la riforma sembrerebbe quantomeno consentire l’uso della

lingua curda anche nei mezzi di informazione, purchè non in occasioni

politiche.

In effetti nella città di Van abbiamo potuto constatare l’esistenza di un

centro culturale nel quale i frequentatori possono parlare in curdo e anche la

rappresentazione, in curdo, di un’opera di Dario Fo, circostanza che abbiamo

interpretato come segno positivo.

3) i Consigli degli Ordini degli avvocati sono sottoposti a pressioni per

impedire un più stretto contatto con la società civile e di fatto il governo

tende a limitarne fortemente l’autonomia ( il Baro di Istanbul è sottoposto ad

una inchiesta da parte del Ministero di Giustizia).

Questi organismi sono impegnati nella tutela dei molti avvocati impegnati

nella difesa in processi politici che con grande frequenza vengono ad esserte

incriminati come concorrenti o favoreggiatori dei loro assistiti per

indebolirne la tutela.

Abbiamo dato la disponibilità ad essere presenti in processi di particolare

rilevanza come osservatori, qualora gli avvocati impegnati nelle difese lo

ritengano utile.

4) La questione delle carceri è ancora lontana da una soluzione: il numero

delle vittime tra i detenuti in sciopero della fame per protesta contro il

trasferimento nelle caeceri di tipo F sarebbe salito a 88 ed ancora 100 lo

stanno portando avanti.

Gli avvocati hanno espresso preoccupazioni per le condizioni di questi

detenuti, già in parte compromesse.

Il Baro di Istanbul ha presentato al Governo circa tre mesi fa un progetto

mirante ad attenuare fortemente l’isolamento dei detenuti politici nelle

carceri di tipo F: nel progetto si propone il diritto alla socialità per tutta

la giornata per gruppi di nove, con possibilità di isolamento solo notturno (

in senso analogo si era espresso il Comitato europeo per la prevenzione della

tortura ) .

Ad oggi non c’è ancora risposta.

Il numero dei detenuti politici è altissimo ( circa 12000 ritenuti vicini al

PKK, ovviamente soprattutto curdi, e 2-3.000 turchi ritrnuti appartenenti ad

organizzazioni di estrema sinistra).

I detenuti in sciopero della fame sono solo turchi, perchè la decisione di

intraprendere questa forma di lotta non era stata condivisa dalla popolazione

detenuta curda, anche se dopo il massacro in carcere del 19 dicembre 2000 per

solidarietà avevano iniziato una forma si sciopero della fame a rotazione .

Il trasferimento nelle carceri di tipo F è tuttora in corso e sta rendendo più

difficile i rapporti dei familiari con i detenuti ( le condizioni economiche

dei detenuti sono spesso così misere che non riescono neppure ad andare a

colloquio).

5) Questione profughi: ci sono milioni di profughi interni, cioè provenienti

dalle migliaia di villaggi distrutti dall’esercito turco, che sono stati

costretti ad abbandonare la loro terra e ad ammassarsi nelle zone periferiche

delle grandi città e che vivono in condizioni inaccettabili ( drammatica e la

situazione di Istanbul ).

Nella zona curda di Van la percentuale di disoccupazione è oggi dell’80%

proprio in ragione dell’arrivo di migliaia di profughi scappati dai villaggi

che hanno raddoppiato la popolazione locale.

Il governo turco non vuole il rientro dei profughi nelle terre di origine e non

è disponibile a concedere nessun indenizzo per la ricostruzione ( peraltro di

ciò che ordinato di distruggere).

6)Alcuni dati purtroppo della repressione ( forniti da IHD): nel febbraio 2002

sono state arrestate 1220 persone per ragioni politiche, 23 casi di tortura,

54 feriti in manifestazioni, 21 casi denunciati di violenze in carcere, 22

riviste nella zona Sud-est della Turchia.

7) Va sottolineato che in tutti gli incontri i nostri interlocutori hanno

ribadito la necessità dell’ingresso della Turchia in Europa, perchè ritengono

che solo in questo modo possa trovare una possibilità di risoluzione la

questione curda e un reale cambiamento della società turca.

All’interno dello stesso schieramento governativo viene segnalata una

spaccatura tra l’area più conservatrice, contraria all’ingresso in Europa e

sostenitrice del mantenimento del ruolo dei militari nelle vita politica e

un’area più progressista, favorevole all’ingresso nella EU e fautrice di una

riforma dello Stato in senso più democratico ( esemplificativo in tal senso è

lo scontro sulla abolizione definitiva della pena di morte).

8) uno degli incontri più significativi è stato quello con i tre avvocati di

Ocalan sottoposti essi stessi a procedimento penale :Aysel Tugluk, Mahmut

Sakar e Irfan Dundar.

L’avvocata Tugluk è già stata condannata in primo grado a tre anni e mezzo per

favoreggiamento nei confronti di associazione illegale( art. 169 del codice

penale turco) per avere difeso il processo di trasformazione e di emancipazione

della donna curda portato avanti dal PKK e per chiamato Ocalan ” signore” (

nel senso di illustre, degno di rispetto ).

Come Giuristi Democratici abbiamo invitato i tre avvocati a venire in Italia

per un ciclo di incontri da effettuare a fine settembre, anche per la

difficoltà di ottenere i visti.

9) La condizione di Ocalan: il Presidente non sta bene, è costretto ad un

isolamento continuo, fruisce di due ore di aria in un cortile di 10 metri

circondato da alte mura.

Può leggere un solo giornale, scelto dai funzionari e vedere un solo canale

televisivo. Vede i suoi avvocati solo un’ora la settimana e gli stessi non

possono prendere appunti, ma solo ricordare. In questo senso la situazione

difensiva è peggiorata dopo la definitività della sentenza di condanna.

Come è noto, pende il ricorso alla Corte Europea avanzato dai difensori di

Ocalan.

10) Durante la visita in Turchia è stata fermata dalla polizia, e poi

rilasciata, l’avvocata Eren Keskin, per avere denunciato in Germania il 16

marzo le vessazioni a cui vengono sottoposte le donne in Turchia ad opera della

polizia.

Infine la partecipazione al Newroz, straordinaria esperienza di volontà di pace

e di dignità. Dove le manifestazioni sono state autorizzate tutto è andato

abbastanza bene .Non così a Istanbul dove sarebbero avvenuti 500 arresti di

manifestanti e a Mersin, dove per un incidente durante la manifestazione ci

sarebbero alcuni morti tra civili e poliziotti.

Angelo Cutolo

Tecla Faranda

Carmine Malinconico

Desi Bruno

Avvocati del Coordinamento nazionale Giuristi

Democratici