Perquisiti i Giuristi Democratici

Il Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici

Appreso

– che ieri, 20/2/2002, è stata eseguita perquisizione, su decreto del

Procuratore Aggiunto di Genova, dott. Pellegrino, presso la sede

dell’Associazione Giuristi Democratici di Bologna presso lo studio dell’Avv.

Desi Bruno, alla ricerca di documentazione foto/video, relativa ai fatti di

Genova del luglio scorso;

– che la perquisizione ha dato esito negativo;

– che nessuna richiesta di acquisizione di materiale eventualmente detenuto era

mai pervenuta all’associazione, o ai suoi membri.

OSSERVA

1.. l’Associazione Giuristi Democratici di Bologna (rectius Iniziativa

Giuridica Democratica) fa parte del Coordinamento Nazionale Giuristi

Democratici.

2.. Il Coordinamento, nel luglio scorso, aveva ritenuto di dare la propria

disponibilità a partecipare alla manifestazione di Genova come osservatori e

come potenziale deterrente e come garante del rispetto delle libertà

democratiche contro la violenza ed in tal senso aveva anche preso contatti con

la Magistratura genovese prima della manifestazione.

3.. A seguito del tragico evolversi della situazione, il Coordinamento aveva,

altresì, dato la propria disponibilità a fungere da collettore di denunce e

relativo materiale e ad assicurare la disponibilità dei propri aderenti ad

assumere eventuali incarichi difensivi, sia degli indagati, che delle persone

offese dal reato.

4.. L’attività difensiva, che si è poi coagulata nella partecipazione al

Genoa Legal Forum, è sempre avvenuta nel pieno rispetto delle norme ed in

un’ottica di collaborazione con la Magistratura per l’accertamento della verità.

RILEVA

come il materiale foto/video, qualora fosse stato presente, avrebbe potuto

essere ottenuto dalla Procura della Repubblica di Genova mediante semplice

richiesta e successiva acquisizione ex art. 234 c.p.p.

RITIENE

il provvedimento disposto un pericoloso precedente, segnale del peso nullo

attribuito al ruolo, inteso in senso lato, dell’avvocato.

CONSIDERA

il provvedimento emesso come un grave attacco alle libertà di pensiero e di

associazione.

Per chiarire l’accaduto è già stato richiesto un incontro con il Procuratore

Capo di Genova cui il Coordinamento esprimerà la volontà di continuare la

battaglia per la difesa dei diritti dei cittadini nel pieno rispetto delle

regole democratiche.

Bologna, 21 Febbraio 2002.

Il Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici

Commenti

5 risposte a “Perquisiti i Giuristi Democratici”

  1. Avatar Redazione
    Redazione

    Il diritto inviolabile alla difesa del cittadino è
    principio che da oltre due secoli ravviva e sostanzia
    lo stato di diritto e il suo obnubilamento è conciso
    con i periodi più oscuri della storia dell’umanità.
    Nessuna coscienza individuale e collettiva che si
    proclami sinceramente democratica può sottovalutare la
    potenziale gravità dei fatti verificatesi ieri a
    Bologna e in altre parti d’Italia.
    La sindrome di Genova continua ad aleggiare e la
    compressione dei diritti e delle garanzie fondamentali
    assicurate ai cittadini tutti dalla Costituzione ne è
    il drammatico riscontro.
    Non possiamo che essere preoccupati e rammaricati di
    fronte ad atti che si pongono ai limiti dell’agire
    democratico e in particolare modo ai diritti di critica
    e di difesa legale che ne costituiscono il precipitato
    concreto in termini di garanzia.
    L’Associazione Antigone di Bologna esprime la propria
    solidarietà per i fatti del 20 febbraio 2002 a
    Iniziativa Giuridica Democratica e all’avv. Desi Bruno.
    Antigone mette a disposizione le proprie strutture per
    ogni iniziativa comune per riaffermare i principi
    fondamentali dello stato di diritto.
    L’Unione fa la forza.
    Antigone Bologna

  2. Avatar Redazione
    Redazione

    Te ruego trasmitas la más plena solidaridad de la Asociación Americana de
    Juristas a la compañera Desi Bruno ante el allanamiento que ha sufrido en su
    estudio, a la Associazione Giuristi Democratici di Bologna y a Il Cordbnamento
    Nazionale Girçuristi Democratici, por su consecuente lucha por el estado
    democrático y social de derecho.
    Los latinoamericanos tenemos una dolorosa experiencia en esta materia. Cuando
    se ataca a los abogados que actúan en defensa de los intereses populares, se
    busca intimidarlos y se está envíando un mensaje a la sociedad toda de que no
    hay garantías. Es una especie embrionaria del estado fascista, para que la
    gente se asuste y no luche, porque si los abogados no tienen garantías que le
    queda al ciudadano común?.
    Te reitero nuestro total solidaridad y apoyo en la lucha por la salvaguarda de
    las libertades democráticas en Italia.
    Un abrazo,
    Beinusz Szmukler – Presidente de la A.A.J.

  3. Avatar Redazione
    Redazione

    INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

    Sen. Francesco Martone

    Sen. Sauro Turroni

    Al Ministro di Giustizia

    Al Ministro dell’Interno

    Premesso che,

    in data 20 febbraio veniva effettuata una perquisizione presso la sede dei
    Giuristi Democratici di Bologna , un gruppo di avvocati che lavora per il
    rispetto delle garanzie democratiche e contro la violazione dei diritti
    dell’uomo, che si trova presso lo studio dell’avv. Desi Bruno;

    il provvedimento emesso del procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino nell’
    ambito dell’ inchiesta sui fatti avvenuti a Genova durante il vertice del G8,
    e’ stato eseguito dai carabinieri del Ros, che a Bologna hanno perquisito anche
    il centro sociale Teatro polivalente occupato (TPO) ;

    la perquisizione ha dato esito negativo, in quanto i militari sono stati
    accompagnati dai legali all’interno della sede e se ne sono andati senza
    toccare nulla dopo aver appreso, dagli stessi avvocati, che il materiale
    foto-video che cercavano era gia’ stato, a suo tempo, consegnato a ‘Indymedia’
    rete di informazione indipendente, che a Bologna ha sede presso il TPO, e ad
    Amnesty International;

    per esprimere il proprio disappunto la suddetta associazione di legali ha
    convocato una conferenza stampa nella sede dell’Ordine degli avvocati di
    Bologna, alla quale hanno preso parte anche il presidente della Camera penale
    Roberto D’ Errico e, in segno di solidarieta’, molti altri avvocati che non
    appartengono al coordinamento;

    per ”garantire la massima trasparenza”, l’avv. Bruno ha deciso di non
    avvalersi dell’art.103 del codice di procedura penale che le avrebbe consentito
    di opporsi al provvedimento, in quanto il luogo da perquisire e’ anche lo
    studio del difensore di persone coinvolte come parti lese nello stesso
    procedimento penale;

    secondo l’avv. Bruno, data la natura dell’associazione di giuristi, che opera
    nel rispetto delle regole e che ha avuto rapporti formali con la magistratura
    di Genova già prima del vertice G8, il materiale avrebbe potuto essere ottenuto
    con una semplice richiesta, e poi con successiva acquisizione, senza dover
    ricorrere a un decreto di perquisizione;

    considerato che,

    per la perquisizione al TPO il decreto della Procura affermava come non si
    fosse proceduto con la semplice richiesta di esibizione, trattandosi della sede
    di un gruppo antagonistico che si riteneva non avrebbe collaborato ;

    analoghe ragioni non potevano certo sussistere nei confronti dell’associazione
    di giuristi, per la quale si e’ scelto comunque di procedere direttamente con
    la perquisizione e senza neppure motivarla ;

    nell’ambito della medesima operazione è stato sequestrato materiale fotografico
    e video, peraltro gia’ ampiamente noto e pubblicizzato, nella sede bolognese di
    Indymedia, che è stato uno dei circuiti indipendenti di informazione sui fatti
    connessi al G8 raccogliendo e fornendo documentazione “alternativa” di grande
    valore

    a seguito di tale perquisizione, forte preoccupazione è stata espressa in un
    ordine del giorno dal Consiglio nazionale della Federazione nazionale della
    stampa (FNSI)

    si chiede al Governo

    quali iniziative intenda assumere evitare che venga leso il principio del
    libero esercizio dell’attività forense e venga sempre garantito il pieno
    rispetto delle norme poste a tutela della stessa ;

    quali iniziative intenda attuare sul tema della difesa del diritto a fare
    informazione , diritto che deve essere pienamente garantito anche ai circuiti
    giornalistici indipendenti ed alternativi ;

    se non sia ravvisabile un eccesso nel ricorso alle perquisizioni presso
    avvocati e organi di informazione, i quali rappresentano una garanzia a tutela
    della libertà di informazione e dei diritti civili.

  4. Avatar Redazione
    Redazione

    La perquisizione eseguita il 20 febbraio, su ordine della Procura Repubblica di
    Genova, presso la sede dell’Associazione Giuristi Democratici, nello studio
    dell’avv. Desi Bruno a Bologna è fonte di gravi preoccupazioni sotto diversi
    profili.

    Il decreto di perquisizione si fonda sulla necessità, «al fine di proseguire
    l’attività investigativa », di acquisire, in modo generalizzato e senza
    ulteriori specificazioni, «materiali foto/video realizzati da privati e
    riferibili alle manifestazioni verificatesi a Genova in occasione del G8
    raccolti in rete ed a mezzo posta da ‘Indipendent Media Center – Italia’»
    detenuti, in ipotesi investigativa, nella sede dei Giuristi Democratici.

    Come agevolmente prevedibile la perquisizione non ha portato al rinvenimento di
    alcunché, ma ciò non fa che aumentare le preoccupazioni.

    Preoccupa il mancato bilanciamento tra esigenze di indagine e diritti di
    libertà e di informazione. Non è ovviamente in discussione la necessità e il
    dovere degli inquirenti di acquisire in modo sistematico e approfondito ogni
    elemento potenzialmente utile ai fini di una più ampia ricostruzione di quanto
    accaduto a Genova e delle connesse responsabilità. Ma le esigenze di conoscenza
    devono essere contemperate con la tutela di altri beni costituzionalmente
    garantiti, a cominciare dalla libertà di informazione (e, quindi, di raccolta e
    conservazione dei documenti a tal fine necessari). Materiali foto/video sui
    fatti di Genova (come su ogni altra manifestazione nel corso della quale si
    verifichino incidenti) sono conservati in una pluralità di luoghi, a cominciare
    dalle redazioni di tutti i grandi giornali e reti televisive, in quantità ben
    più ampia di quelli pubblicati e in possesso degli inquirenti. Ma solo uno
    Stato di polizia potrebbe pensare di acquisirli in modo generalizzato e
    indifferenziato a mezzo di perquisizioni.

    Preoccupa che, nei confronti di un’associazione di giuristi da anni impegnata
    in modo pubblico e trasparente in difesa della legalità e delle regole dello
    Stato di diritto, si sia ritenuto di dover soprassedere persino dal previo
    invito a consegnare il materiale ricercato ai sensi dell’art.248 comma 1 del
    codice processuale.

    Preoccupa la sottovalutazione della specificità del luogo in cui la
    perquisizione è stata eseguita (studio di un avvocato, difensore di due persone
    coinvolte nei fatti di Genova), non certo aggirabile con la disposizione,
    impartita alla polizia giudiziaria, di «accertare che il luogo perquisito non
    rientri tra quelli di cui all’art.103 cpp», come se fosse possibile distinguere
    tra stanza e stanza o tra armadio e armadio: non a caso l’art.247 comma 3 cpp
    prevede, con implicito riferimento alle situazioni limite, la presenza alla
    perquisizione del magistrato, nella specie neppur ipotizzata.

    E ancor più preoccuperebbe, ove confermata, la circostanza (riferita da più
    parti e in qualche modo avallata dalla stessa motivazione del decreto) che la
    perquisizione sia stata disposta dalla Procura dopo che una richiesta di
    autorizzazione in tal senso, ai sensi dell’art.103 comma 4 cpp, era stata
    proposta al giudice per le indagini preliminari e da questi respinta: le regole
    valgono per tutti e non è consentito modificare l’interpretazione della legge a
    seconda delle utilità contingenti.

    Quanto accaduto è un ulteriore segnale di sottovalutazione della cultura delle
    regole (che a Genova già si è manifestata nei giorni del G8 con il
    generalizzato differimento dei colloqui tra difensori e arrestati e
    l’altrettanto generalizzata autorizzazione alla espulsione dei cittadini
    stranieri arrestati all’atto della scarcerazione). La magistratura genovese,
    impegnata a seguito dei fatti del G8 in processi di grande complessità e
    delicatezza, merita ampio sostegno e ferma difesa dagli attacchi strumentali,
    da qualunque parte provengano. Ma quanto più i processi sono delicati, tanto
    più vale la regola in forza della quale il criterio fondamentale di
    legittimazione dei magistrati è il rigoroso rispetto delle regole.

    Roma, 24 febbraio 2002

    il comitato esecutivo di

    Magistratura democratica

  5. Avatar Redazione
    Redazione

    A seguito dell’incontro avvenuto in data odierna con il Procuratore della
    Repubblica, dott. Meloni, alla presenza del Procuratore Aggiunto, dott.
    Pellegrino, il Coord. Giuristi Democratici osserva:

    – è emerso dal colloquio un ulteriore elemento, prima non conosciuto,
    consistente nell’esistenza di una richiesta del P.M. al G.I.P. di Genova di
    perquisizione, richiesta respinta, elemento che rende ancora più grave la
    successiva emissione del decreto di perquisizione.

    – La Procura ha affermato con forza la natura di atto necessitato del
    decreto di perquisizione, necessità che abbiamo fermamente contestato.

    – La Procura della Repubblica ha fatto comprendere, comunque,
    l’inopportunità del suo comportamento che ha determinato conseguenze non volute
    dalla Procura sia in relazione all’Ass. G.D. che, in particolare, all’Avv.
    Bruno. Abbiamo ribadito al dott. Meloni l’amarezza con cui abbiamo accolto il
    provvedimento, richiesto nei confronti di un’associazione e di un difensore che
    si sono sempre mossi, sin dalle fasi precedenti alle manifestazioni di Genova,
    in un’ottica di assoluto rispetto delle regole e dei diritti dei cittadini.

    – La Procura ha riconosciuto detto ruolo tenuto dall’Associazione ed ha
    ribadito l’opportunità che la collaborazione, iniziata prima di Genova,
    continui superando il presente impasse.

    Abbiamo espresso la nostra non completa soddisfazione per l’esito
    dell’incontro, al di là della buona fede ribadita dalla Procura e ci riserviamo
    di valutare eventuali, future, iniziative per ribadire l’illegittimità e/o
    l’inopportunità del provvedimento.

    Genova, 27/02/02