Ebru Timtik

Avvocata e attivista per i diritti umani, attivista femminista, curda, partecipava all’associazione dei legali progressisti ÇHD. Morta dopo 238 giorni di sciopero della fame, mentre era detenuta, il 27/08/2020.

La vicenda processuale - Di cosa era accusata
Ebru Timtik è stata arrestata nel novembre 2017 nel procedimento contro l’associazione avvocati progressisti ÇHD. Nel settembre 2018 era stata scarcerata a seguito della decisione giudiziale che dichiarava non fondata l’accusa di “terrorismo” nei confronti suoi e di altri coimputati, tra cui Selçuk Kozağaçlı e Aytaç Ünsal. Poche ore dopo veniva riarrestata, insieme ad altri 8 avvocati dell’associazione e riportata nel carcere di Silivri, dove è rimasta, nella sezione di massima sicurezza, sino all’aggravamento delle sue condizioni di salute nel luglio 2020.
Le accuse nei suoi confronti si fondavano sulla sua attività di difesa legale, in particolare di due insegnanti, Nuriye Gulman e Semih Ozakca, accusati di far parte di un’organizzazione “terroristica” - DhKp. L’aver assunto la loro difesa, secondo l’accusa, la rendeva organica all’organizzazione.
Nel processo a suo carico veniva condannata alla pena di 13 anni e 6 mesi, confermata in appello nel marzo 2019.
In febbraio 2020 Ebru Timtik, insieme ad altri coimputati, iniziava lo sciopero della fame come protesta e denuncia contro la persecuzione dei difensori detenuti nelle carceri turche e con l’esplicita richiesta di un giusto processo. Il 5 aprile 2020, insieme ad Aytaç Ünsal, avvocato coimputato e detenuto, trasformava la protesta in “death fast”, avviando lo sciopero totale fino alla morte. Le sue condizioni di salute apparivano gravissime già in giugno: ridotta a pelle e ossa, non riusciva più neanche a bere, aveva piaghe ovunque. Nonostante il suo grave stato di salute, le numerose azioni messe in atto dai suoi legali, anche in sede Europea, e gli appelli per la sua liberazione sottoscritti da associazioni e Ordini degli Avvocati di tutti paesi europei, è rimasta in stato di detenzione sino alla morte, il 27 agosto 2020, dopo 238 giorni di sciopero della fame, nell’ospedale ospedale Dr. Sadi Konuk nel distretto di Bakırköy di Istanbul, dove era stata trasferita in luglio. Il suo funerale è stato vietato e i presenti sono stati oggetto di cariche di polizia.
Poco prima di lei, avevano già perso la vita nello stesso modo i membri della band Grup Yorum, suoi assistiti. Ibrahim Gökçek, di 40 anni, Helin Bölek e Mustafa Koçak, di 28, avevano smesso di mangiare perché gli era stato vietato di fare concerti per le loro idee politiche dal 2016, per chiedere un giusto processo e la liberazione nell’attesa del giudizio dall’accusa di terrorismo, fondata esclusivamente sui contenuti della loro attività artistica.
La sua morte ha suscitato grande indignazione a livello europeo e internazionale e la sua figura è diventata un autentico simbolo che è esposto anche in molti Tribunali Italiani.

Citazioni
Le parole di Ebru, urlate in un’aula di giustizia, sono state profetiche: “Se un’avvocata muore, domanderà giustizia dalla sua tomba! Romperemo tutte le nostre catene, vogliamo libertà per gli avvocati, libertà di difendere i nostri assistiti, libertà! “
Tra le tante dichiarazioni sulla sua vicenda, ci piace riportare quella dell’avv. Aytaç Ünsal, il giorno della sua scarcerazione immediatamente dopo la morte di Ebru: “Tutto è ora in pericolo. I nostri pensieri sono la nostra libertà, la nostra vita, il nostro diritto ad un giusto processo. Per questa ragione, la lotta per i diritti fondamentali, per le libertà e per la democrazia diventa ancora più importante oggi. Senza pensare al prezzo di questa scelta, gli avvocati dovrebbero combattere per i diritti delle persone. Le società hanno ottenuto i diritti a caro prezzo. Sarà così di nuovo. Noi l'abbiamo fatto, avremmo potuto vivere o morire, ma avremmo continuato a lottare per il diritto ad un processo giusto.
Ebru è viva oggi. Ebru è il mio cuore ora. Ebru è la mia mente. Ebru vive in tutte le attività che fate. Ebru è il respiro delle persone che vogliono giustizia ovunque nel mondo. Non morirà mai. Questo è il perché vediamo questa resistenza come una vittoria, anche se moriamo e soffriamo”.

Riconoscimenti internazionali
A Ebru sono stati intitolati convegni e premi internazionali.
Nel settembre 2020 le è stato assegnato a titolo postumo il Premio Internazionale per i diritti dell'uomo Ludovic Trarieux-
Il 27 novembre 2020, Il Consiglio degli Ordini Forensi d'Europa (CCBE) le ha conferito il Premio per i diritti umani a titolo postumo.
Il 18 settembre 2021 il Comune di Pisa le riconosce il "Premio Pisa Donna 2020”.
In molti Tribunali campeggia la sua foto, le sono state intitolate aule di giustizia e molti convegni ed eventi, tra cui ricordiamo la manifestazione in toga degli avvocati italiani, il 5 settembre 2021 a Roma, promossa dai Giuristi Democratici.
In suo onore è stata istituita LA GIORNATA INTERNAZIONALE DEL GIUSTO PROCESSO ( FAIR TRIAL DAY) promossa dal Consiglio degli Ordini forensi d'Europa (CCBE), dal Consiglio Nazionale Forense Italiano (CNF), dal Consiglio nazionale degli avvocati francesi (CNB), insieme a numerose Associazioni dell’avvocatura ( ELDH, EDL-AED-IADL, UIA, IBAHRI, Law Society of England an Wales, Lawyers for Lawyers) che si è celebrata per la prima volta il 14 GIUGNO 2021.