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Parlamento europeo, una risoluzione senza Pace
Redazione 27 novembre 2022 15:54
Comunicato stampa sulla Risoluzione dell'europarlamento del 23 novembre scorso che dichiara la Federazione russa "sponsor" del terrorismo

L’Associazione Nazionale Giuristi Democratici ribadisce la sua posizione, espressa sin dall’inizio del conflitto, di ferma condanna della guerra di annessione attuata dalla Federazione russa nei confronti dell’Ucraina e, contestualmente, di pieno appoggio alla resistenza del popolo ucraino.

Il protrarsi del conflitto rischia di condurre settori dell’opinione pubblica europea ad abituarsi all’idea della guerra, perdendo di vista l'indispensabilità dei tentativi per convincere le parti quantomeno ad un cessate il fuoco, attraverso la convocazione di una conferenza di pace.

È evidente a tutti che la continuazione del conflitto, oltre a provocare ulteriori perdite di vite umane e a determinare condizioni di vita inumane nella popolazione ucraina, non può che avvicinare sempre di più al rischio di una guerra nucleare che coinvolgerebbe il mondo intero.

Occorre, dunque, muoversi in un’ottica di ostinata ricerca del prevalere dello spirito volto ad una soluzione negoziata che ponga fine alle ostilità; in questo senso, abbiamo anche appoggiato le iniziative non violente di cittadine e cittadini, sia ucraini che russi, che hanno rivendicato l’obiezione di coscienza nei confronti della partecipazione alla guerra.

In questa prospettiva, non possiamo non rilevare come la Risoluzione del Parlamento Europeo del 23 novembre 2022, che pure contiene affermazioni in buona parte condivisibili, mescolate, peraltro, ad altre che mettono insieme giudizi e fatti di cronaca, episodi di guerra e vicende di dissenso politico, non si muova in una prospettiva negoziale di conciliazione.

La Risoluzione, infatti, oltre a contenere una grave confusione tra terrorismo e crimini di guerra, già di per sé foriera di conseguenze rilevanti sul piano internazionale, porta alle estreme conseguenze un processo di totale isolamento della Federazione Russa che non può che portare ad un inasprimento delle posizioni di quest’ultima, aggravando, conseguentemente, il rischio di un allargamento del conflitto in atto, con il pericolo di un criminale ricorso alle armi nucleari.

Ciò che manca è la ferma dichiarazione che è la guerra che si porta dietro morti, distruzioni e che è la guerra che deve essere fermata; ovviamente, i crimini di guerra dovranno essere perseguiti come tali, ma ciò non significa che, pur in presenza di simili atrocità, non si debba comunque ricercare una soluzione prima di cessate il fuoco, e poi di negoziazione di una fine del conflitto.

Inasprire gli animi come viene fatto dalla ricordata Risoluzione del Parlamento Europeo non può che porre ulteriori ostacoli alla ricerca di una soluzione negoziale. La decisione del Consiglio dell'UE del 28 febbraio scorso, poi l'adozione della "Bussola strategica" e ora questa risoluzione del Parlamento UE, anche in vista del possibile ingresso dell'Ucraina nell'Unione e tenuto conto dell’art. 42, paragrafo 7 del Trattato UE, prefigurano un salto di qualità nella costruzione di strumenti di difesa comune che inopinatamente si vogliono vincolare strettamente con gli obiettivi strategici della NATO. Il rischio è di impegnare l'Unione Europea —svilendone di fatto l'autonomia— in un assetto bellicoso che favorisca il conflitto permanente, anziché occasioni e luoghi di mitigazione e soluzione delle controversie, nello spirito sempre più dimenticato della Carta delle Nazioni Unite.

Non è innalzando il livello di scontro che si avvicina una soluzione di pace —vocabolo che nel pur lungo testo approvato dal Parlamento Europeo è del tutto assente, così come lo sono le parole trattativa e negoziazione.

Invitiamo tutte le associazioni, le forze politiche, le cittadine ed i cittadini alla mobilitazione permanente per una effettiva ricerca di una soluzione negoziale che miri ad un cessate il fuoco che ponga fine alle atrocità che avvengono in Ucraina.

 

27 novembre 2022

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI