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Continuiamo la battaglia per il rispetto dei diritti umani in Turchia. Per Ebru Timtik, per Aytaç Ünsal, per le avvocate e gli avvocati detenuti
Redazione 13 settembre 2020 22:54
Pubblichiamo il resoconto della manifestazione dello scorso 11 settembre a Roma e, di seguito, la toccante lettera scritta da Aytaç Ünsal per ringraziare le ed i partecipanti al presidio di Piazza Monte Citorio, nonché il collegamento all'articolo sulla manifestazione pubblicato da La repubblica.
In allegato, inoltre, l'articolo pubblicato ieri, sabato 12, da Il dubbio, a firma di Francesca Spasiano.

L'iniziativa di venerdì 11 settembre in Piazza Monte Citorio a Roma ha visto la presenza di molte e molti Colleghi, in toga, a ricordare Ebru Timtik e a denunciare la sistematica persecuzione nei confronti dei difensori, ma anche di giornalisti, accademici, magistrati, parlamentari, insegnanti e di tutte le forme di opposizione da parte del regime turco. Molte le associazioni dell'avvocatura e del mondo giuridico che hanno promosso con noi l'iniziativa, moltissime le adesioni, anche di associazioni che si occupano della tutela dei diritti umani, dei giornalisti, della società civile. Ringraziamo davvero tutti i presenti e tutti quanti hanno partecipato, in vario modo, alla mobilitazione.

Molti gli interventi, forte la determinazione a proseguire la battaglia che ha contribuito a strappare l'Avv. Aytaç Ünsal alla fine che il Governo turco ha riservato a Ebru, morta in stato di detenzione dopo 238 giorni di sciopero della fame. Forte soprattutto la richiesta al nostro Governo di prendere finalmente posizione contro le politiche autoritarie e di violazione dei diritti umani che ormai da anni sono in atto in Turchia, di mettere fine all'onta degli accordi Ue che finanziano poderosamente il regime di Erdogan in cambio della funzione di contenimento dei flussi migratori, di migliaia di persone che fuggono da fame e guerre ed abbandonate in non luoghi come Moria.

E proprio le parole di Aytaç Ünsal hanno aperto gli interventi ieri, con la bellissima lettera che ci ha inviato e che condividiamo qui di seguito.

Continuiamo con convinzione il nostro sostegno a chi difende i diritti in Turchia: con gli incontri istituzionali, con gli appelli, con i momenti di protesta, con il monitoraggio e l’osservazione dei processi politici ai colleghi, ai giornalisti, ai magistrati turchi.

CON EBRU NEL CUORE!

 

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI 

 

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  Miei cari Colleghi,
voi siete i figli delle persone che vissero il fascismo di Mussolini, quindi credo che ci possiate ben capire. Oggi, siamo governati con la stessa crudeltà. E questa non è una situazione solo della Turchia, come tutti voi avete testimoniato. Il fascismo, molto più violento che il corona, si sta espandendo in tutto il mondo.
Tutto è ora in pericolo. I nostri pensieri sono la nostra libertà, la nostra vita, il nostro diritto a un giusto processo. Per questa ragione, la lotta per i diritti fondamentali, per le libertà e per la democrazia diventa ancora più importante oggi. Senza pensare ai costi, gli avvocati dovrebbero combattere per i diritti delle persone. Le società vinsero i diritti con questi prezzi. Sarà così di nuovo. Noi l'abbiamo fatto, avremmo potuto vivere o morire, ma avremmo continuato a lottare per il diritto ad un processo giusto. Ebru è viva oggi. Ebru è il mio cuore ora. Ebru è la mia mente. Ebru vive in tutte le attività che fate. Ebru è il respiro delle persone che vogliono giustizia ovunque nel mondo. Non morirà mai. Questo è il perché vediamo questa resistenza come una vittoria, anche se moriamo e soffriamo. Avete fatto molti sforzi per creare questo risultato. Ho sempre sentito la vostra presenza, nella cella d'ospedale dove eravamo rinchiusi, così come in celle di prigioni fasciste. Grazie a voi, non ci poterono tenere in piccoli spazi. La nostra anima ha viaggiato con voi nel mondo. Vi ringraziamo tantissimo per i vostri sforzi, le vostre lotte ed il vostro supporto. Credo che vestiremo insieme le nostre toghe e combatteremo fianco a fianco per la democrazia e la libertà. Evidenziamo la lotta per il diritto a un giusto processo in tutto il mondo. Con questi sentimenti e pensieri, vi saluto tutti rispettosamente.
Vi voglio bene!
 
Aytaç Ünsal 
 
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Qui il collegamento all'articolo de La repubblica: