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Sul divieto di ingresso nel territorio nazionale delle navi umanitarie
Redazione 2 settembre 2019 17:25
Comunicato stampa

I provvedimenti del Ministro dell’Interno di concerto con i Ministri della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti che vietano l’ingresso, il transito e la sosta delle navi umanitarie come nel caso di Open Arms, Mare Jonio, Eleonore sono non solo viziati da illegittimità amministrative, ma costituiscono un manifesto ideologico e rappresentano una gravissima lesione dei principi giuridici e delle garanzie costituzionali di cui godono cittadini e stranieri nelle loro libertà personali. In questi casi si sono verificate —e si verificano ancora per le persone salvate in mare— condizioni di sovraffollamento, promiscuità, limitate possibilità di movimento, esposizione costante al sole ed alle temperature estive o alle intemperie, peggioramento delle condizioni di salute, stress psicologico, con il terrore di essere nuovamente ricondotti in Libia contro la propria volontà. Si dispone per costoro il divieto di ingresso nel territorio nazionale con motivazioni, di cui agli stessi provvedimenti («a) considerato che ove la nave (…) indirizzasse in maniera arbitraria la navigazione verso l’Italia, dalle circostanze dell’intervento e dal complessivo modus operandi della stessa, in tutto simile a quello tenuto in precedenti analoghe occasioni, potrebbe desumersi l’intenzione di porre in essere un’attività volta al preordinato e sistematico trasferimento illegale di migranti in Italia; b) ritenuto che tale attività, integrando la fattispecie dello "scarico… di persone…in violazione delle leggi...di immigrazione vigenti nello stato costiero" configurerebbe, se posta in essere, un’ipotesi di passaggio non inoffensivo ai sensi dell’art. 19, comma 1, lettera g) della Unclos; c) considerato, altresì, che la medesima attività potrebbe determinare rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, in quanto le persone tratte a bordo (…) sono verosimilmente cittadini stranieri privi di documenti di identità e la cui nazionalità è presunta sulla base delle rispettive dichiarazioni»), inaccettabili per il nostro sistema ordinamentale.

Tali motivazioni, fondate su espressioni quali "potrebbe", "verosimilmente", "configurerebbe", risultano generiche e rivelatrici di pregiudizi e artate supposizioni, frutto di un intervento governativo svincolato da alcuna prova di concreti pericoli per l'incolumità e l'ordine pubblico e quindi espressione di una totale discrezionalità che sconfina nell’arbitrio, finendo per azzerare tutto il sistema di garanzie costruito in questi anni.

Il comportamento del Governo viola, in ogni caso, le norme internazionali di assistenza e soccorso in mare, condiziona in maniera politicamente orientata l’applicazione della legge e soprattutto mette a rischio vite umane in spregio alle norme umanitarie e di solidarietà, obbligando uomini e donne fuggiti da violenze e torture a un forzato rientro in Paesi notoriamente insicuri, quali la Libia.

Si impongono perciò nell’immediato la revoca dei Provvedimenti ministeriali e un impegno concreto del costituendo nuovo governo ad abrogare i c.d. decreti sicurezza. Ciò, in un quadro nel quale andrà riscritta la normativa su migranti, naufraghi e richiedenti asilo in termini di accoglienza, nel rispetto della normativa internazionale, fuori da un contesto di pura propaganda politica e con il massimo impegno di tutta la comunità europea.

 

2 settembre 2019

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI