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I GD per il rispetto dei diritti civili dei sei italiani arrestati ad Amburgo
Redazione 28 luglio 2017 16:29
I GIURISTI DEMOCRATICI PER IL RISPETTO DEI DIRITTI CIVILI DEI SEI ITALIANI ARRESTATI AD AMBURGO: L'ITALIA SI ADOPERI SUBITO PER LA LORO SCARCERAZIONE



I Giuristi Democratici hanno partecipato ai presidi indetti per giovedì 27 luglio dinanzi all'Ambasciata tedesca a Roma (Piazza Indipendenza, ore 16) e in altre sedi consolari della Germania in Italia, tra cui Milano e Venezia, in solidarietà con i sei attivisti italiani arrestati in occasione della dura repressione operata dalla polizia tedesca a seguito della manifestazione contro il vertice dei G20 svoltosi ad Amburgo.

Qui, l'intervista a Radio radicale di Maurizio Acerbo

I GIURISTI DEMOCRATICI PER IL RISPETTO DEI DIRITTI CIVILI DEI SEI ITALIANI ARRESTATI AD AMBURGO: L'ITALIA SI ADOPERI SUBITO PER LA LORO SCARCERAZIONE

 

I Giuristi Democratici hanno partecipato ai presidi indetti per giovedì 27 luglio dinanzi all'Ambasciata tedesca a Roma (Piazza Indipendenza, ore 16) e in altre sedi consolari della Germania in Italia, tra cui Milano e Venezia, in solidarietà con i sei attivisti italiani arrestati in occasione della dura repressione operata dalla polizia tedesca a seguito della manifestazione contro il vertice dei G20 svoltosi ad Amburgo.


Riteniamo doveroso, a fronte di una mancanza di chiarezza del quadro accusatorio, ribadire come sia prioritario, specie quando trattasi di imputati stranieri e per di più giovani, garantire il rispetto dei diritti degli indagati e di quelli successivi dei detenuti. Vi sono infatti numerose denunce circa comportamenti eccessivamente prevaricanti da parte delle forze dell'ordine ed un particolare accanimento nei confronti dei manifestanti stranieri (la quasi totalità dei 51 fermati) e specialmente italiani, con fermi effettuati quasi esclusivamente sulla base di elementi arbitrari.


Inoltre, le condizioni di trattenimento dei nostri connazionali risultano contrarie alle norme europee, se anche il deputato tedesco Martin Dolzer parla di difficoltà nel contatto con gli avvocati, divieto di accedere alla biblioteca del carcere, problemi nella consegna dei pacchi contenenti vestiario provenienti dall'Italia.


Nel caso specifico di Alessandro Rapisarda e Orazio Sciuto, ciò che va in particolare denunciata è la macroscopica disparità di trattamento con il sistema italiano. I due ragazzi, completamente incensurati ed entrambi con un regolare lavoro, sono accusati di una strana fattispecie, difficilmente configurabile in Italia, definita "tentativo di lesioni" dai legali tedeschi e per la quale è prevista una pena edittale dai sei mesi ai due anni di reclusione. 


In Italia, a parità di condizioni personali degli accusati e di contestazioni, i due giovani sarebbero stati denunciati a piede libero per i limiti previsti dal nostro ordinamento penale in materia di misure cautelari. Ciò, a prescindere dalle modalità dell'arresto, avvenuto a distanza di lungo tempo dai presunti accadimenti e perciò in assenza di flagranza. 


Altrettanto dicasi per Maria Rocco, tratta in arresto per essersi attardata a portare soccorso a una ragazza ferita con una frattura scomposta alla gamba. Nemmeno è prospettabile un qualunque "pericolo di fuga", attesa la condotta di vita esemplare dei ragazzi, per di più cittadini dell'Unione Europea e quindi comunque eventualmente soggetti al mandato d'arresto europeo.


Ciononostante, questi giovani sono reclusi da settimane ed è stata respinta ogni richiesta difensiva, compresa quella di liberazione su cauzione, mentre tutti gli arrestati tedeschi sono stati rilasciati, a dimostrazione di un'intollerabile discriminazione, vieppiù tesa a reprimere in maniera inaccettabile l'espressione del dissenso politico nel continente europeo.


In questo quadro, giudichiamo grave il totale silenzio delle istituzioni italiane, che devono viceversa immediatamente attivarsi, anche attraverso le nostre sedi diplomatiche in Germania, per pretendere la parità di trattamento, principio giuridico a fondamento di ogni trattato europeo, ove non vogliano invece risultare complici di un'autentica ingiustizia.

 

28 luglio 2017

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI