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No all'attacco alla Costituzione
Barbara Spinelli 19 dicembre 2008 18:49

Lo dicevamo da tempo: l'attacco di Berlusconi é volto a destabilizzare
l'ordinamento costituzionale, come lo abbiamo ereditato dai nostri padri
costituenti.

Se in precedenza egli cercava di fare le cose in maniera coperta, oggi si sente
così sicuro da attaccare apertamente la Costituzione, per poter attuare una
riforma della giustizia che gli aggradi!

E' evidente che l'obiettivo é ben più ampio della semplice separazione delle
carriere, ma va a coinvolgere il principio dell'obbligatorietà dell'azione
penale, l'esistenza di un unico Consiglio Superiore della Magistratura, la
nomina dei magistrati per concorso ed in definitiva l'autonomia e
l'indipendenza non solo del PM, che inevitabilmente finirebbe sotto le
direttive dell'Esecutivo, ma anche del Giudice, soprattutto se dovesse passare
la proposta, sino ad ora ventilata solo per il Giudice di Pace, di nomina
elettiva del magistrati.

Ciò che si mira a realizzare è uno Stato fondato sul potere del Capo, a ciò
legittimato da una serie di riforme, attuate a colpi di maggioranza, che
producono anche una radicale riforma della nostra Costituzione, in ciò favorito
dall'attuale (e vogliamo credere, momentanea) situazione politica; ciò che si
vuole è che il Capo, ed i suoi collaboratori, siano liberi di agire senza
fastidiose forme di controllo da parte di quel potere giudiziario che sino ad
oggi si è battuto per salvaguardare la propria indipendenza ed autonomia, in
ciò intralciando i propositi del nuovo Cesare.

Abbiamo sostenuto la battaglia della Magistratura non perché essa fosse immune
da pecche, come purtroppo il conflitto tra le Procure di Catanzaro e di
Salerno sta a dimostrare, ma perché siamo stati sempre fermamente convinti che
solo attraverso la difesa di quell'autonomia e di quella indipendenza si
potevano salvaguardare i diritti dei cittadini.

Oggi, di fronte al tentativo di attaccare la Magistratura attraverso una
riforma costituzionale, la necessità di una mobilitazione è ancora più
evidente.

Se non ci opporremo con fermezza e durezza a questi tentativi, se non
spiegheremo ai cittadini che cosa si nasconde dietro la pretesa
"modernizzazione del sistema", fermo restando che, in ogni caso e per fortuna,
l'ultima parola spetta a loro, in sede di referendum (salvo la non credibile
ipotesi di approvazione da parte dei 2/3 delle Camere), ci troveremo in una
situazione di dittatura della maggioranza, se non del Capo, da cui sarà assai
più difficile uscire.

Occorre che le forze politiche di opposizione, le Organizzazioni Sindacali,
l'associazionismo, i singoli cittadini che hanno a cuore gli equilibri,
magistralmente calibrati, che sono a base della nostra Carta Costituzionale, si
muovano immediatamente per impedire o, quantomeno, ostacolare il disegno
eversivo, già emerso in passato, ma che in questi giorni si è evidenziato in
maniera inequivocabile: la sinistra ritrovi il suo orgoglio e contribuisca ad
impedire la formazione di uno Stato fondato non su regole condivise di
democrazia, ma su un potere politico che, sentendosi legittimato
dall'investitura popolare, vuole dettare ed imporre le regole della convivenza,
senza controlli e contrappesi.

15 DICEMBRE 2008

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI