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I Giuristi Democratici contro le pesanti ingerenze Usa nell'inchiesta della Corte penale internazionale su funzionari Cia e militari
Redazione 16 settembre 2020 13:33
Comunicato stampa

I Giuristi Democratici condannano la preoccupante ingerenza del Presidente degli Stati Uniti Trump nella doverosa inchiesta della Corte Penale Internazionale per far luce sulle azioni compiute, tra l'altro, da funzionari della CIA e dal contingente militare statunitense nel corso della guerra in Afganistan, a partire dal 2002.

Di fronte all'urgenza di investigare intorno a gravi accuse di torture ed altre atrocità nei confronti di civili, di fronte a crimini di guerra e contro l'umanità, commessi anche dai Talebani e dalle Forze armate afghane, la Corte Penale Internazionale è un presidio di legalità essenziale nella garanzia che la violazione dei diritti fondamentali non resti impunita, laddove gli Stati nazionali non siano in grado di assicurarne la repressione.

La circostanza che gli Stati Uniti non abbiano aderito alla giurisdizione della Corte non può certo legittimare in alcun modo le minacce e le sanzioni personali imposte: i gravi capi d'accusa nei confronti del personale statunitense riguardano crimini compiuti in Paesi —Afganistan ma anche altri "black sites" di detenzione della Cia come ve ne sono in Lituania, Polonia o Romania— membri della Cpi, che rientrano quindi appieno nella giurisdizione territoriale della Corte ai sensi dello Statuto di Roma del 17 luglio 1998, a prescindere dal fatto che i sospettati siano cittadini di Paesi che non ne sono membri.

Dunque, la decisione dell'amministrazione statunitense, a seguito dell'Executive Order on Blocking Property Of Certain Persons Associated With The International Criminal Court dell'11 giugno scorso, di irrogare sanzioni nei confronti della Procuratrice della Corte Fatma Bensouda e del suo stretto collaboratore Phakiso Mochochoko non è altro che un tentativo di scardinare il principio dell'indipendenza della magistratura; un tentativo tanto grave quanto emblematico di una torsione autoritaria veicolata dal disprezzo per lo stato di diritto e da una cultura intimamente fascista, già pericolosamente in estensione. In questo senso, assume rilevanza il fatto che l'ordine esecutivo emesso da Trump sia stato apprezzato dal primo ministro d'Israele Netanyahu, che ha definito la Corte Penale Internazionale "corrotta e faziosa". Non è certo casuale tale condivisione di intenti, proveniente dal governo di uno Stato che continua ad occupare i territori palestinesi in totale spregio della terza convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra (1949), che vieta ad una potenza occupante di trasferire la sua popolazione nei territori occupati.

 

16 settembre 2020

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI