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Newroz 2003
Redazione 22 marzo 2003 12:38
Il resoconto dell'attività della delegazione degli osservatori di pace al Newroz 2003 a cui hanno partecipato anche i Giuristi Democratici

Giunta ad Istanbul la delegazione degli osservatori di pace al Newroz 2003

Alle ore 15.30 ora italiana, la delegazione degli osservatori di pace al Newroz 2003 in Kurdistan giunge ad Istanbul, prima tappa del viaggio che vede impegnati circa un centinaio di volontari in uno dei momenti più difficili per questa parte del mondo.
Gia in aereoporto si uniscono i due gruppi provenienti dall'Italia: da nord sono partiti con un volo di linea da Milano e dal centro-sud con il volo da Roma.
Una breve pausa per la sistemazione in un albergo della città e subito la delegazione si è messa al lavoro per programmare tutte le tappe della permanenza nella città turca.
Foltissimo il programma della prima giornata che vedrà impegnati tutti i partecipanti in numerosissimi incontri tra i quali quello con gli avvocati che difendono il Presidente Ocalan che proprio nell'ultima settimana si è visto riconoscere dal tribunale dei diritti dell'Aia la propria condizione di sdetenuto politico attraverso la condanna al governo turco di violazione dei diritti umani e civili proprio a seguito della gestione del caso Ocalan.
Ci sarà un incontro con il Social Forum di Istanbul, con l'HID (associazione molto impegnata in Turchia per la difesa dei diritti civili), con un'associazione di madri turche e kurde che denunciano la condizione di desaparesido di familiari, ed ancora con associazioni per la pace.
In questi momenti difficili per la crisi irachena e la forte pressione dei kurdi di nazionalità irachena per la nascita di uno stato kurdo, in Turchia si sente fortissima la pressione esercitata sulle popolazioni kurde per il timore di un allargamento del conflitto.
Difficilissima ed in un clima di tensioni si preannuncia il Newroz 2003 che si spera, anche grazie alla presenza di tantissimi osservatori internazionali, possa essere invece un Newroz di pace.


L'ADEP è stato dichiarato fuorilegge

Proprio in questi giorni è stato dichiarato fuorilegge l'ADEP dal governo di Ankara con l'accusa di essere la parte legale del partito del presidente Ocalan.
L'ADEP era il principale partito della popolazione kurda di nazionalità turca che nelle regioni dell'Anatolia (a prevalenza popolazione di origine kurda) amministrava le principali città e province.
Non è la prima volta che il governo Turco prova a togliere anche ogni voce istituzionale al popolo kurdo, nè è la prima volta che questo partito viene sciolto.
Anche questa volta una nuova formazione politica che lo rappresenta è stata immediatamente costituita a rappresentare la volontà democratita e partecipativa del popolo kurdo.
Compito degli osservatori è quello di testimoni della salvaguardia dei diritti civili ed umani verso la popolazione kurda. Saranno incontrate delegazioni di studenti e di associazioni professionali kurde per meglio comprendere le difficili condizioni di vita in quei territori.
La missione di PACE di quest'anno assume aspetti ancora più significativi alla viglilia di uno dei periodi più bui degli ultimi decenni.
I venti di guerra, il rombo degli aerei ed il fragrore delle armi da settimane vengono soffiati su questi martoriati territori che non riescono a progettare un futuro di pace.
La guerra è ingiusta sempre e sempre deve essere rifiutata come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali.
Questo è il messaggio di pace che accompagnerà la delegazione in questo viaggio.
Questo sarà il grido di festa del popolo kurdo intorno ai fuochi del Newroz 2003.


CALENDARIO DI APPUNTAMENTI PER LA DELEGAZIONE DEGLI OSSERVATORI DI PACE PER IL NEWROZ 2003.

Tre i momenti significativi della mattinata:
Incontro con il coordinamento contro la guerra di Istanbul dove si e' discusso il tema della resistenza alla guerra imminente all'Iraq e sulle forme di opposizione alle forme deleterie della globalizzazione: pieno accordo sull'ingresso della Turchia in Europa, ma per fare l'Êuropa dei popoli e dei diritti e non quella dei profitti e del capitale. E' stata affrontata la tematica della presenza dei militari americani in turchia e della ferma opposizione del governo a concedere le basi turche in questa guerra senza un avvallo dell'ONU.
Incontro con il Collegio degli avvocati di Ocalan con i quali, in un momento difficilissimo dove la turchia ha ricevuto una condanna dal tribunale dei diritti dell AIA per il non rispetto dei diritti umani, assume una particolare importanza sua per le associazioni che si battono in Turchia per il riconoscimento dei diritti, ma anche per la delegazione degli osservatori che ha avuto modo di capire quanto difficile e' il cammino verso la democrazia in Turchia.
Negli ultimi mesi un aumento della repressione del dissenso e' stato registrato da tutti gli interlocutori incontrati dalla delegazione, in particolare dall'avvento del nuovo governo islamico in Turchia.
Nell'ultimo incontro con il giornale settimanale AZADIRA WELAT (patria libera)si e' discusso del delicato tema delle liberta' di stampa e delle forme di controinformazione possibili dalle leggi turche. Da notare che il giornale e' scritto in lingua kurda (grazie ad una legge che dal 92 consente la stampa in Turchia di giornali e libri anche in una lingua diversa dal turco) ma cio' nonostante questo coraggioso giornale e' stato chiuso ben tre volte e per tre volte con un nome diverso ha ripreso la pubblicazione.
Contemporaneamente un'altra parte della delegazione ha incontrato un'associazione culturale di donne (turche e kurde); ha portato sostegno e solidarieta' all'associazione INIZIATIVA DELLE MADRI PER LA PACE, donne turche e kurde mogli, madri sorelle e figlie di desaparesidos e delle vittime del conflitto tra turchi e kurdi.
La delegazione ha anche visitato l'ISTITUTO KURDO di ISTANBUL.
In serata ci sara' l'incontro con l'IHD associazione per i diritti umani molto attiva in Turchia.
Concludera' questa intensa giornata di lavori della delegazione l'incontro con l'ISTANBUL SOCIAL FORUM




17.3.03 h. 11.00 INCONTRO CON I LEGALI DI OCALAN

Lo studio presso il quale ci siamo recati è stato formato nel momento dell'incarcerazione del leader Kurdo, e consta di circa 200 avvocati che si occupano della causa, di cui 10 appartenenti direttamente allo studio.
Dopo un breve resoconto sulla storia nota del leader kurdo fino alla sua incercerazione del 15 febbraio 1999, Ysel Tugluk - avvocatessa di Ocalan denunciata e condannata a tre anni di reclusione per aver chiamato in pubblico il Presidente con il prefisso di "Signor" - , ci spiega che nonostante siano recentemente intervenute riforme interne che permettono di scrivere e parlare in lingua kurda anche pubblicamente e che hanno abolito la pena di morte, nella vita di tutti i giorni non c'è ancora vera attuaizone di questi principi: manca libertà di scrivere e pensare in maniera liberale, e le scelte della Turchia sono state maggiormente influenzate dal desiderio di entrare in Europa più che dal sentimento riformista e democratico da tanti anelato.
Per quanto riguarda le condizioni del Presidente, un altro avvocato, Mahmut Sakar, ci racconta che sono riusciti ad incontrare il Presidente per l'ultima volta il 12 marzo scorso, dopo ben 102 giorni durante i quali il permesso gli
veniva sempre negato adducendo motivazioni inconsistenti. Il Presidente è molto provato sia nel corpo - è infatti rinchiuso in una cella molto piccola con scarse possibilità di movimento e si trova in condizioni di salute non ottimali -, sia nello spirito - controllato a vista, senza possibilità di avere contatti con l'esterno se non attraverso un canale radio e le visite dei familiari ed avvocati quando raramente vengono concesse.
I due avvocati hanno infine affrontato la questione della sentenza della Corte Europea Dei Diritti dell'Uomo che ha recentemente condannato la Turchia per il processo di Ocalan; gli avvocati non si dicono soddisfatti poiché la sentenza non si è pronunciata sul merito della questione, ma ha analizzato aspetti meramente procedurali. Sarebbe pertanto auspicabile e necessario ricorrere per una revisione di questa sentenza che, seppur positiva nel risultato, si rinuncia prendendo anche posizione nel merito sulla questione kurda.
Infine gli avvocati ritengono che l'ingresso in Europa possa agevolare la risoluzione pacifica della questione kurda, e che pertanto l'apertura alla comunità potrebbe segnare una svolta decisiva nella questione


17.3.03 h. 14.30 INCONTRO CON LE MADRI DELLA PACE

E' un'associazione che taglia trasversalmente le etnie e le questioni di appartenenza, poichè raggruppa al suo interno le madri di qualsiasi nazionalità ed origine.
Incontriamo in particolare quattro madri delle quali due kurde, una turca ed una georgiana, accomunate dall'esperienza del dolore per la perdita di un figlio, dal concetto della risoluzione pacifica delle controversie, della necessità di porre sopra tutto la coesistenza pacifica e democratica ovunque.
Come tali esse si dichiarano contrarie alla guerra in Iraq, e si fanno portatrici di questo messaggio in ogni questione che possa essere efficacemente risolta attraverso un modo pacifico e rispettoso.



18.3.03 h. 11.30 LA TURCHIA AD UNA SVOLTA IMPORTANTE

In queste ultime ore il governo turco sta definendo le ultime procedure per ripresentare al parlamento la mozione per concedere l'autorizzazione degli spazi aerei e delle basi militari alle truppe americane nella imminente guerra all'Iraq.
Il passaggio dei militari in guerra sembra essere cosa oramai fatta: nelle scorse settimane solo 4 voti di differenza impedirono questa autorizzazione.
Il grosso prestito economico (16 mld di dollari promessi dall'amministrazione Bush in caso di chiaro schieramento con gli USA), rassicurazioni sulla questione kurda ed un ruolo diretto nella gestione del dopo guerra nell'area, sono i punti di forza del governo turco per approvare la richiesta di autorizzazione al passaggio dei militari americani.
La maggioranza della popolazione turca e kurda di nazionalita' turca e' contraria a questa guerra e convinti che il Parlamento alla fine non approvera' la mozione del governo.
La Turchia e' quindi nel cuore di questa crisi ed al centro di una guerra che mietera' centinaia di migliaia di vittime innocenti.
La regione kurda della Turchia Sud orientale e' gia quindi regione di guerra e da questo confine con l'Iraq partiranno le truppe americane per raggiungere Bagdad.
L'ONU e' stato depotenziato pienamente da questa decisione unilaterale dell'amministrazione Bush che anche nel suo fedele alleato britannico sta perdendo importanti consensi.
L'Europa non vuole questa guerra, non solo alcuni governi (Francia e Germania in testa) ma la gente tutta che ha vissuto sulla propria pelle e nelle citta' e paesi gli orrori dell'ultima guerra mondiale.
Forte si e' levato il monito del Santo Padre agli orrori della guerra ingiusta sempre anche se fosse stata autorizzata dall'ONU.
La nostra delegazione segue con apprensione gli sviluppo della crisi internazionale ed in particolare sul territorio turco.


18.3.03 H. 11.50 la delegazione contatta il Consolato Italiano ad Istanbul

Una delegazione di cinque persone guidata dal responsabile degli osservatori di pace al Newroz 2003, Avv. Carmine Malinconico, ha incontrato il responsabile per il consolato Italiano ad Istanbul per avere garanzie sulla liberta' di spostamento sul territorio turco per gli 80 osservatori di Pace della delegazione.
Infatti, la delegazione e' attesa a Diyarbakir nel pomeriggio di oggi.
Da questa importante citta' kurda della Turchia sud orientale ai confini con l'Iraq e la Siria la delegazione si suddividera in cinque gurppi che andranno nelle citta' di frontiera di Batman, Diyarbakir, Dogubeyazit, Van, Nusaybin.
Prima della partenza la delegazione incontrera' il DEHAP (Partito Democratico del Popolo), nuova formazione politica che ha preso il posto dell'ADHEP che il governo turco ha messo fuorilegge la scorsa settimana perche' considerato troppo vicino al partito di Ocalan.
Ultimo incontro prima della partenza con l'associazione dei profughi GOC DER.


18.3.03 h. 15.50 la delegazione incontra l'IHD (Insan Haklari Dernegi) un coraggioso baluardo a difesa dei diritti umani in Turchia

Il tempo a disposizione non è molto, alla diciotto dobbiamo essere nella sede dell'IHD che si occupa della violazione dei diritti umani in Turchia. Un Kebab nelle strade del centro di Istanbul e il tempo vola, siamo di nuovo sull'uscio della porta dell'IHD, nata nel 1986 ha dovuto far fronte da subito ad una situazione drammatica per la popolazione kurda, ma anche per tutti gli oppositori dei governi che si sono succeduti. Ci spiegano che la Turchia è stata più volte condannata per la violazione dei diritti umani, come la libertà di pensiero, di stampa e i diritti delle donne. Malgrado la scelta del governo Erdogan, di sospendere le esecuzione dei condannati a morte, sono ancora numerosi gli episodi di tortura nelle carceri. I soggetti più colpiti dalla repressione sono gli oppositori al governo. In questi giorni è stato chiuso l'Hadep, partito kurdo, accusato di essere il braccio politico del Pkk. Questa, ci spiegano è una chiara ritorsione del potere politico militare contro la
decisione della Corte Europea di condannare la Turchia per le irregolarità nel processo contro Ocalan. In questo momento cinquemila detenuti kurdi stanno manifestando attraverso lo sciopero della fame contro la guerra e per la liberazione di Abdullah Ocalan. L'IHD denuncia che con l'inizio della guerra aumenti la spirale di repressione e violenza nei confronti delle cittadine e dei cittadini kurdi. Denunce di questo tipo sono costate la morte a quattordici attivisti, uccisi dai paramilitari e da formazioni di estrema destra, finanziate, pare, dai lupi grigi.


18.3.03 h. 20.50 la delegazione arriva a Diyarbakir

Dopo un faticoso, ma tranquillo, viaggio la delegazione arriva a Diyarbakir, principale centro della regione kurda con una popolazione di circa due milioni di abitanti.
Veloce sistemazione in albergo, una cena altrettanto veloce e poi una riunione della delegazione per il prosieguo della missione di pace al Newroz 2003 nelle città kurde.
Il clima piovoso non consente spostamenti per la città.
I controlli della polizia cominciano ad essere visibili e costanti. Si tocca con mano la tensione nonostante le rassicurazioni dell'ambasciatore italiano ad Ankara che in serata ha telefonato al nostro capo delegazione, l'avv. Carmine Malinconico.
L'apprensione per l'imminente guerra rende tutti i membri della delegazione preoccupati e consapevoli di essere capitati ai confini dell'umanità: tra poche ore la morte invaderà i territori confinanti ed una pagina nuova di sangue prenderà forma nel libro della storia.
Per tutti i membri della delegazione, al di la delle diverse provenienze e dell'esperienze e dell'età, lo slogan coniato per questo viaggio è ora: NO WAR, ONLY FOR PEACE


19.3.03 h. 8.30 l'ambasciatore italiano ad Ankara chiama la delegazione

C'è una nuova attenzione sulla delegazione degli osservatori di Pace. Infatti appena giunti a Diyarbakir il capo delegazione, l'avv. Carmine Malinconico, riceve la telefonata dell'ambasciatore italiano di Ankara, ambasciatore Surdo.
Dopo aver chiesto informazioni sulle condizioni dei membri della delegazione informa il capo delegazione di aver disposto l'invio del Console Valvo, console di competenza per questa parte della Turchia, che arriverà in giornata dalla sua sede di Smirne per tutelare la presenza del gruppo di italiani che parteciperanno al Newroz in quest'area.

19.3.03 h. 10.00 la delegazione si divide in cinque gruppi per le raggiungere i diversi territori kurdi.

Emozionante saluto tra i diversi membri della delegazione che questa mattina si sono divisi in gruppi più piccoli per raggiungere ciascuno le sedi assegnate per il Newroz.
Dei 79 partecipanti alla delegazione, un gruppo resterà qui a Diyarbakir (principale città del kurdistan turco con circa due milioni di abitanti), altri gruppi sono diretti Bingol, Van, Batman, Nusaybin.
Tra i membri della delegazione folta è la presenza delle associazioni e dei movimenti per la pace, dei giovani comunisti e dei giuristi democratici.
Tutte le destinazioni dei gruppi sono oramai zona di guerra per l'imminenza del conflitto con l'Iraq, per la vicinanza con il confine iracheno (solo una manciata di chilometri), per la presenza in tutte queste città di basi militari americane.
Anche se formalmente il Parlamento turco non ha ancora autorizzato il passaggio delle truppe militari americane e concesso basi e spazio aereo per i bombardamenti su Bagdad, Sarà proprio da queste città e aeroporti della regione kurda della Turchia che muoverà l'esercito americano e britannico alla volta dell'Iraq.


19.3.03 h. 13.00 Giunge nella città di BATMAN il gruppo di 16 osservatori di Pace per il Newroz 2003 composto anche da giuristi democratici

Il viaggio è durato circa due ore. Stipati in un mini bus fittato dalla delegazione abbiamo percorso la strada che da Diyarbakir porta a Batman.
Strada non semplice resa ancora più insidiosa dalla pioggia e dal fango.
Lungo la strada ci accompagna un fiume leggendario nella storia di queste terre: il Tigri.
Il paesaggio e desolato. Pochi villaggi, piccoli gruppi di case di fango, nel fango, qualche gregge, tanti presidi militari fanno da cornice a questo paesaggio.
Il gruppo degli osservatori è di buon umore, anche se fa fatica a spostare l'attenzione ad altri temi che non quelli del dramma della guerra.
I 13 passeggeri che compongono il gruppo di osservatori che è stato destinato alla città di Batman è composto da un siciliano, da sei campani, da una pugliese, una ragazza di Bologna, una coppia e due ragazze di Roma.
Giunti in albergo, ci attendono diversi poliziotti.
Batman è una città di circa 200.000 abitanti dall'assetto urbano nuovo (è stata teatro di un violentissimo terremoto alcuni anni fa) ma che registra il più alto tasso di suicidi femminili in Turchia.
Nel programma degli incontri nel pomeriggio la delegazione sarà ricevuta dal sindaco di Batman che darà il benvenuto della città a questi ospiti di pace.



19.3.03 H. 17.00 La delegazione incontra il Sindaco della citta' di BATMAN Huseyin Kalkan, del partito DEAP

La delegazione dei tredici osservatori di Pace viene ricevuta nella casa comunale di Batman dal Sindaco, Huseyin Kalkan, del DEAP, sigla che ha sostituito l'HADEP, partito messo fuori legge appena una settimana fa.
Il Sindaco ha descritto una realta' con gravi problemi dovuti ad una forte immigrazione dai villaggi vicini. L'esodo maggiore si e' avuto dopo il 1985 con l'inizio della guerra tra curdi e turchi quando 100.000 persone sono fuggite per i bombardamenti e per non morire di fame. Le emergenze oggi sono di carattere economico - la gente si arrangia col piccolo commercio e la produzione agricola - sanitario e ambientale. La cattiva qualita' dell'acqua e dell'aria colpisce soprattutto i bambini e i due soli ospedali esistenti sono
assolutamente insufficienti. Il dato che pero' ha maggiormente impressionato il gruppo della delegazione e' riferito ai casi di suicidio. Dal 2000 ad oggi circa 55 persone (dai 10 ai 50 anni) si sono tolte la vita, la maggior parte donne, che durante la guerra hanno perduto marito e figli. L'ultimo caso e' di ieri. E' stata proposta al Sindaco la possibilita' di attivare progetti di cooperazione sia in campo sanitario che scolastico. Batman non conosce esperienze di questo genere e l'offerta di collaborazione e' stata accolta con entusiasmo. Essendo a poche ore dalla guerra il confronto non poteva non concentrarsi sul tema della pace. Kalkan ha ribadito la contrarieta' alla guerra sua e di tutta la citta', in passato teatro di scontro tra turchi e curdi, le cui drammatiche conseguenze hanno conosciuto e vissuto direttamente. Ora il timore e' che la guerra USA contro l'Irak scateni un nuovo conflitto anche tra i curdi irakeni e l'esercito turco, qualora quest'ultimo oltrepassasse i confini.
Con grande spirito di ospitalita' il Sindaco invita a cena la delegazione.
L'incontro si e' concluso con lo scambio di doni. Il sindaco ha consegnato al nostro capo delegazione un tappeto tipico di questa regione. La delegazione ha consegnato una bandiera della pace.


19.3.03 H. 17.00 Incontro con il TUHAYDER, associazione dei familiari dei detenuti politici

Di fronte alla sede del Comune di Batman si trova il TUHAYDER, l'associazione dei familiari dei detenuti politici e non. Nel carcere di Batman sono rinchiusi 524 detenuti di cui il 15% e' rappresentato da donne. In Turchia vi sono attualmente 8000 detenuti politici di cui 5000 curdi, accusati principalmente di appartenenza al KADEK, nuova denominazione del disciolto PKK.
La situazione detentiva e' notevolmente peggiorata rispetto a qualche anno fa. Ai prigionieri e' vietato parlare, leggere quotidiani e libri, ascoltare musica curdi e perfino procurarsi cibo curdo. La riforma carceraria, che prevede la costruzione delle famigerate celle di tipo "F" (bare) e' applicata solo in alcune zone del paese. A Batman non e' stata ancora attuata perche' - dice il governo - mancano le risorse economiche, ma e' solo questione di tempo. Intanto i detenuti in sciopero della fame continuano a lasciarsi morire. L'associazione ha collegamenti con altri gruppi che in Turchia offrono assistenza legale e sostegno economico alle famiglie piu' bisognose. Nella sede di Batman
abbiamo incontrato alcuni familiari; ci hanno confermato che l'amnistia promulgata qualche tempo fa ha riguardato solo i detenuti comuni e non i politici. Una donna ha raccontato che il marito deve scontare 16 anni di carcere perche' accusato di legami con il KADEK: "Vogliamo la liberta' per tutti i detenuti politici, vogliamo piu' democrazia e certezze".
Forse avrebbero voluto dirci ancora qualcosa ma tutti sapevamo di essere osservati ed ascoltati e sarebbe diventato rischioso, soprattutto per loro, approfondire. Ora dobbiamo lavorare perche' l'affido a distanza dei detenuti politici si concretizzi presto anche qui.
Alla TUHAYDER abbiamo anche consegnato la bandiera della Pace.
Domani ci aspettano IHD, associazione per i diritti umani, e rappresentanze di medici e studenti, l'ordine degli avvocati.


Giovedì 20 marzo 2003 18.12.22 - Cronaca di una giornata

Intensa giornata di incontri della delegazione degli osservatori di PACE con le associazioni di categoria e professionali, i sindacati e le associazioni.
Il clima reso ancora più teso alla vigilia del Newroz dalla guerra ha aumentato nella stessa delegazione la consapevolezza di essere al centro di uno dei due fronti di questa sanguinosa ed ingiusta guerra.
Tutte le guerre sono ingiuste, ma questa assume un significato ancora più preoccupante per i destini del mondo: tutti parlano di armi ed armamenti, del tiranno di Bagdad, delle ragioni degl'USA, della miopia dei Francia e Germania, del depotenziamento dell'ONU, e chi più ne ha più ne metta.
Ma le persone, le donne, gli uomini, i bambini? Le persone? Quelle fatte di carne e ossa, di affetti e di speranze, di gioie e di sofferenze? Di queste persone chi ne parla?
Queste preoccupazioni sono venute fuori dagli incontri di oggi: il popolo kurdo non vuole questa guerra ed ancora piu' forte e' il rischio che la Turchia apertamente decida di partecipare a questa guerra. Il rischio di una nuova persecuzione del popolo kurdo e' ora sempre più reale.
Mentre sto' scrivendo mi informa un addetto dell'albergo che il governo Turco ha anche concesso l'autorizzazione per le truppe per via terra.
Lo sgomento e' grande, alla vigilia del Newroz kurdo.
La delegazione ha oggi incontrato il PETROL IS il sindacato dei lavoratori delle raffinerie numerose a Batman e che fino a pochi anni fa davano lavoro a più di 8000 addetti e che negli ultimi anni hanno perso il 70% della forza lavoro.
Poi e' stata la volta dell'incontro con i responsabili della locale CAMERA DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO, del BARO (associazione professionale degli avvocati di Batman), dell'EGITIM SEN (il sindacato degli insegnanti) molto attivo sulla questione politica e sociale che per questo suo impegno negli ultimi 15 anni ha visto ben oltre 600 insegnanti perdere il posto di lavoro
e 50 di essi assassinati.
Interessantissimo e' stato l'incontro anche con la CAMERA DEI MEDICI di Batman con i quali e' stato affrontata la difficile situazione sanitaria della regione di Batman (66 medici che lavorano tra i due ospedali pubblici ed uno privato e 60 medici convenzionati. La recettività ospedaliera e'
di 310 posti letto; il personale parasanitario conta 150 operatori).



20.3.03 h. 03.00 Considerazioni ai confini del mondo ai margini della guerra dentro il dramma dei profughi


...NOT IN MY NAME
"Le persone muoiono,
ma la storia le rende immortali
le fa rivivere
fino a che
la nuova gente non uccide
i ricordi
cancellandoli quasi con disprezzo come se
l'odio
il dolore, le atrocità
fossero solo un risultato,
ricordi ingigantiti
e sbiaditi allo stesso tempo
dalle lacrime
della terra."

Elena Bernardi


A 100 km dal confine...

A 100 km dal confine succede che ti chiedono brevi riflessioni sulla guerra, e l'unica immagine che ti viene in mente è quella di un mondo riunito intorno ad un grande fuoco a chiacchierare di cazzate, argomenti su cui fare passare il tempo che manca allo scoccare della fatidica ora: il capodanno della guerra, il "vecchiume" della pace che brucia ineluttabilmente.
L'evento mediatico si nutre di se stesso, troppo reale per sembrare tale e per essere preso davvero sul serio, se non fosse per gli occhi di quei profughi, per il rumore così assordante di quegli aerei, per la devastazione tragicamente desolante di quelle bombe.
A 100 km dal confine la guerra non è un film, ma è l'angoscia di sapere che accadrà, e la consapevolezza insieme della tua impotenza...
...fino all'ultimo ci avevi creduto, avevi sperato, avevi lottato...la prima
vittima è significativamente un pacifista, che muore nell'intento di portare un simbolo in alto, troppo in alto, talmente in alto che la caduta è fatale.
La fine di ogni speranza fa tremendamente male, brucia come il fuoco ed il ghiaccio insieme.
A 100 km dal confine fanno ridere le previsioni della Cnn sui venti a favore delle truppe americane che invaderanno dal Kuwait, e fanno paura gli sventolati appalti per la ricostruzione.
Tutto predeterminato? Tutto già scritto? Tutto già finito?
La guerra indolore, silenziosa, insapore.
A 100 km dal confine la guerra non è una questione di 72 ore...diventa questione di secondi, del tempo di morire e di vivere, di un conto alla rovescia, di un capodanno da ricordare e da dimenticare insieme, almeno fino al prossimo...
Meno tre, due, uno...
...a chi tocca decidere chi deve vivere e chi deve morire?
...e perchè tocca proprio a qualcuno?


21.3.03 H. 9.00 Nella città di BATMAN il gruppo di 16 osservatori di Pace partecita al Newroz 2003

Il grande giorno del popolo e dell'identita' kurda
Ardono i fuochi sacri nell'enorme piazzale presidiato dall'esercito kurdo in assetto da guerra pronti a reprimere la primavera kurda. Duecentomila fiori sbocciano in un solo istante dalle strade di fango, esplodono in una meraviglia di
colori, l'oro, il verde il rosso. Giungono da tutta la regione vestiti a gran festa come centinaia di affluenti che sfociano in un solo fiume, si sente lo scroscio dei canti che sgorgano dalle bocche imperlate delle ragazze kurde, lo sguizzare dei bimbi nella folla oceanica. La festa si svolge alla periferia di Batman. Uno spiazzo grande in mezzo a case fatiscenti e un mare di fango.
Dal tetto dei pochi palazzi che circondano questo piazzale, autorizzato dalle autorita' turche per il Newroz, sono ben visibili i cecchini dell'esercito attenti osservatori della folla e pronti ad aprire il fuoco su un popolo inerme in festa. piu appartati agli angoli di accesso al piazzale, ben visibili ed in gran numero, i blindati e le divise verdi dell'esercito in assetto di guerra.
In mezzo alla folla la polizia registra, fotografa e filma tutti i visi, le bandiere ed i cartelloni che la folla festante espone per manifestare il proprio orgoglio nazionale.
Alle 9.00 lasciamo l'albergo per recarci al Newroz. E' con noi una delegazione francese.
L'organizzazione ci accompagna fino al palco delle autorita'.
E' umiliante che un popolo per gridare la propria gioia debba subire angherie e soprusi anche nella loro festa nazionale. L'area dove si svolge il Newroz e' interamente circocritta dalle forze di polizia e dell'esercito. Ai pochi ingressi autorizzati, tutti sono perquisiti. Il risultato della perquisizione e' il sequestro di bandiere dei colori kurdi, e dei partiti che il governo turco ha messo fuorilegge (due settimane fa e'toccato all'HADEP).
Anche noi della delegazione sioamo perquisiti prima dell'ingresso.
Ci giunge notizia che il gruppo dei delegati che si trovano nella citta' di BINGOL sono stati bloccati dalla polizia in assetto di guerra in albergo, il newroz locale non e' stato autorizzato e gia sono stati segnalati incidenti e circa 30 arresti.
La folla e' commossa dalla nostra presenza e con affetto e gratitudine ci affianca e quasi ci solleva fino al palco.
La musica procede senza sosta, interrotta solo da brevi discorsi delle autorita' kurde o dalla censura della polizia. Infatti, il secondo gruppo che si stava esibendo, appena ha iniziato ad intonare le prime note dell'inno nazionale kurdo, e' stato brutalmente zittito e condotto in caserma mentre la folla continuava a cantare l'inno e protestava apertamente il proprio dissenzo. Solo grazie al senso di responsabilita' degli organizzatori e del servizio d'ordine kurdo e' stato possibile calmare i manifestanti e continuare il Newroz. Ci emoziona moltissimo sentire dagli altoparlanti il nostro nome ed il caloroso saluto di ringraziamento della folla festante. In tanti ci dicono che la nostra presenza era importantissima perche rappresentava una garanzia anche per tutti loro. E' una folla festante; non resistiamo alla tentazione di scioglierci in questo mare colorato e allegro e ci ritroviamo a ballare intorno ai fuochi ''di Kawa'', mano nella mano con donne, giovani, anziani e bambine.
Le autorita' turche hanno autorizzato il Newroz fino alle ore 15.00.
La folla grida il nome di OCALAN e nonostante le perquisizioni compaiono numerose le bandiere di Ocalan, del PKK e dell'HADEP.
Le donne con grande coraggio mostrano dipinti sul viso e ricamati sui vestiti e d i caratteristici copricapo la bandiera del kurdistan.
Alle ore 15.00 la polizia ferma la manifestazione: tace la musica mentre la folla scandisce slogan inneggianti alla liberta' per il popolo kurdo e la scarcerazione di Ocalan. Compare tra la folla un cartello con sopra tre lettere con i colori della bandiera kurda: APO (il popolo kurdo chiama affettuosamente zio il loro leader in carcere).
In meno di dieci minuti quella folla di circa duecentomila persone si scioglie in mille affluenti che l'allontana da quello spiazzo e dai cecchini dell'esercito.
E' stato, almeno qui a Batman, un Newroz di pace.
Tutti gridavano SAVASA HAYIR......NO ALLA GUERRA

RobertoMalinconico
Imma D'Amico
Andrea Cicero
Peppe Vernieri
Carmine Malinconico (responsabile della delegazione)
Vincenzo De Lucia
Elena Bernardi
Stefania Ceccarelli
Angela Bellei
Antonella Mangia
Ugo Troini
Paola Graglia
Peppe Micciarelli