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Diario da Lampedusa dell'Avv. Nicola Giudice, presente sull'isola nei giorni 27-29 giugno 2019
Redazione 5 luglio 2019 22:51
Il racconto dello sbarco della Sea Watch 3 e delle giornate immediatamente precedenti del nostro iscritto palermitano, già premiato dal competente ordine per la sua qualificata opera solidaristica

Da 15 giorni, prima del mio arrivo sull’isola, l’imbarcazione Sea Watch 3, della omonima ONG tedesca ospitava a bordo 42 persone ed era alla rada di fronte all’isola.

La sera del 27 giugno, giovedì, erano stati sbarcati due fratelli, di cui uno minorenne, provenienti dall’Africa subsahariana. Mentre il minore veniva condotto all’hotspot di Lampedusa, il maggiorenne, che aveva avuto problemi acuti a bordo, era trattenuto per accertamenti medici. Mi sono recato all’ambulatorio accompagnando una delegazione di parlamentari, in quel momento presente sull’isola, mentre a bordo erano presenti altri deputati de La Sinistra, Leu, Pd e dei radicali italiani; lì venivamo informati delle condizioni di salute del ragazzo, alla presenza di personale dell’UNHCR.

Sempre in serata sono andato al sagrato della chiesa di San Gerlando, dove il Forum Lampedusa Solidale, insieme a Mediterranean Hope, delle chiese evangeliche, ed altri attivisti da alcuni giorni dormivano accampati per solidarietà con i migranti.

Ho incontrato la portavoce di Sea Watch e sentito telefonicamente il legale dell’ONG, con cui ho scambiato alcune parole ed espresso la nostra solidarietà.

La situazione fino a quel momento era di attesa di novità e con una forte presenza mediatica. Nel mentre, avvenivano altri sbarchi nell’isola di alcuni migranti a bordo di altre imbarcazioni, il che accentuava lo stato di totale assurdità e gravità della situazione.

Il venerdì continuava questo clima di attesa, mentre a bordo salivano ufficiali e agenti di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza per attività di indagini, procedendo a sequestri di documenti e comunicazioni.

A proposito degli sbarchi, va fatta una premessa: l’attracco di una nave delle dimensioni della Sea Watch3 è possibile solamente in orario dopo le 22 e fino all’alba. L’arrivo e la partenza di aerei e navi commerciali e di linea impediscono di effettuare le operazioni in sicurezza.

In tarda serata vado al porto, verso le due di notte del 29 la Sea Watch3 si dirige verso la banchina e viene affiancata da una motovedetta della Guardia di Finanza che la supera, e solo all’interno del porto; mentre la nave sta iniziando le manovre di avvicinamento al molo si mette di traverso e poi si interpone tra la banchina e la Sea Watch3, con manovre spericolate e pericolose (il molo era già pieno di persone, tra giornalisti, attivisti, curiosi e una sparuta pattuglia di persone che gridava contro la nave ed il suo equipaggio) e poi si allontanava lungo la stessa banchina, ormeggiando più avanti.

Dopo l’attracco, salivano a bordo agenti di polizia e dopo un po’ veniva fatta scendere la Capitana, che veniva introdotta in auto e condotta in caserma. Più tardi, verso le cinque, iniziavano le operazioni di sbarco che si concludevano nel giro di due ore ed i migranti venivano condotti nell’Hotspot.