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Caro Senatore ti scrivo: missiva ai senatori contro lo stravolgimento della Costituzione
Redazione 9 luglio 2013 13:35

Associazione per la Democrazia Costituzionale

Comitati Dossetti per la Costituzione

Associazione Nazionale Giuristi Democratici

Caro Senatore,
Questa settimana è fissata la discussione del disegno di legge Costituzionale n. 813, recante "Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali", che giunge in aula, dopo essere stato esaminato con procedura d'urgenza dalla Commissione Affari costituzionali, che, per accelerare i tempi lo ha licenziato in seduta notturna. Tanta fretta non è sintomo di efficienza e non è giustificata dalla materia trattata, che ha per oggetto l'instaurazione di una procedura straordinaria per la revisione costituzionale, in deroga all'art. 138 Cost., allo scopo di agevolare una revisione profonda della Costituzione che investe i titoli I, II, III e V della Parte seconda, ma può estendersi anche alle garanzie giurisdizionali e costituzionali (titolo IV e VI) ed alla prima Parte.
La Costituzione non è una questione che possa essere trattata con somma urgenza come avviene per le leggi finanziarie, le cui correzioni possono essere imposte da situazioni contingenti e di mercato. Le Costituzioni non sono un puro atto di diritto positivo imposto comunque da un legislatore: esse nascono da un processo storico, sono memoria e progetto e, come tali, definiscono l'identitĂ  di un popolo, di una comunitĂ  politica organizzata in Stato. La nostra Costituzione porta dentro di sĂ© la memoria di 100 anni di storia italiana, nel bene e nel male; contempla le ferite del fascismo, il suo ripudio attraverso la lotta di liberazione e realizza le garanzie perchè il fascismo non venga piĂą riprodotto, attraverso una tecnica di equilibrio dei poteri che impedisce ogni forma di dittatura. La Costituzione italiana è stata forgiata in quel “crogiolo ardente”rappresentato dall'evento globale costituito dalla seconda guerra mondiale e porta l'impronta di uno spirito universale.
Mettere mano alla Costituzione non è mai un'azione banale, vuol dire mettere mano alla storia, interrogarci sulla nostra storia, sulle conquiste di civiltĂ  giuridica faticosamente raggiunte, sui successi, sui fallimenti, sui pericoli che sono all'orizzonte. La Costituzione può essere riformata per adeguarla ai tempi, ma non tollera revisioni radicali che ne snaturino l'impianto. I beni pubblici repubblicani che i Costituenti hanno attribuito al popolo italiano, inerenti la garanzia dei diritti fondamentali e la qualitĂ  della democrazia, costituiscono un patrimonio irrecusabile, che non può e non deve essere smantellato. Proprio per tutelare l'indisponibilitĂ  di questo patrimonio, la Costituzione ha previsto un procedimento “rigido”di revisione, incardinato nei binari dell'art. 138, con il limite dell'immodificabilitĂ  della forma repubblicana e dei principi costituzionali supremi. Fra questi ultimi, come rimarcato da autorevole dottrina, rientra il principio della salvaguarda della rigiditĂ  costituzionale, che è il piĂą supremo di tutti. Infatti, se si intaccasse la rigiditĂ  della Costituzione, tutti i suoi principi e valori verrebbero esposti agli umori delle contingenti maggioranze politiche e perderebbero di effettivitĂ .
Il fatto che per avviare un processo di revisione costituzionale (la cui iniziativa, comunque, non spetterebbe al Governo ma al Parlamento) si pretenda di incidere sulla rigiditĂ  della Costituzione, lascia trasparire l'intento ( o quantomeno la possibilitĂ ) che il processo riformatore esorbiti dai limiti sostanziali che la Carta stessa fissa alla sua revisione; limiti che da molto tempo sono contestati da forze politiche portatrici di culture estranee ai principi e valori costituzionali, le quali, assieme all'antifascismo, contestano la divisione dei poteri ed il principio fondamentale che la Repubblica sia “fondata sul lavoro”.
Per queste ragioni ti chiediamo di votare contro questo disegno di legge, perché integra un vero e proprio illecito costituzionale: siamo infatti convinti che la fedeltà alla Costituzione debba prevalere sulla disciplina di partito e su ogni altra considerazione di opportunità politica e ti preghiamo di rivendicare la procedura normale dell'art. 138 per le pur opportune modifiche costituzionali.
Roma, 8 luglio 2013
Raniero La Valle, Domenico Gallo, Roberto Lamacchia