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Manifesto per una vera riforma della giustizia: le proposte di Magistratura democratica
Redazione 25 maggio 2010 18:32
Pubblichiamo un importante documento di analisi e proposte che Magistratura democratica avanza per riformare la giustizia in Italia e renderla più vicina alle esigenze dei cittadini.

Il Paese ha bisogno di una giustizia diversa da quella attuale. Una giustizia in tempi più rapidi, e di qualità migliore. Una giustizia che presti una tutela efficace ai diritti dei cittadini, e che sia capace di offrire una risposta concreta alle loro aspettative.
Di questo vogliamo parlare, senza accodarci al coro delle varie voci che da tante parti affrontano il tema della riforma della giustizia alimentando solo confusione tra i piani dell'efficienza, dei tempi e della qualità del servizio e quello del cosiddetto “riequilibrio” tra i poteri, che non mira a null’altro che al ridimensionamento della giurisdizione. Bisogna svelare l'ambiguità su cui continua a giocare l'attuale dibattito politico (seguendo un copione già visto, all’epoca della controriforma Castelli dell'ordinamento giudiziario), che muove le sue proposte sovrapponendo artatamente due piani che hanno ben pochi punti di contatto, quello della riforma della giustizia, e quello, ben diverso, della riforma dei giudici.
Questa ambiguità di fondo, ed il conseguente, inevitabile, immobilismo, si superano solo mettendo mano ad un serio piano di riforma, nell’ottica dell’interesse di tutti, e non solo di pochi. Offriamo al dibattito pubblico il frutto della nostra esperienza di operatori, abituati a ragionare sulle ragioni del disservizio, e sulle prospettive di miglioramento, partendo da un’essenziale premessa: non esistono interventi miracolistici, o singole direttrici di per sé risolutive. Solo un disegno complessivo, capace di integrare in un progetto organico interventi su più piani, può davvero produrre il cambiamento di cui tutti (almeno nelle dichiarazioni di intenti) dicono di avvertire il bisogno.
I terreni su cui intervenire sono necessariamente diversi e partono da una constatazione della realtà delle giustizia italiana in larga parte diversa dall’immagine stereotipata oggi diffusa.
Una serie di punti fermi da cui partire:
• la giustizia italiana soffre di una dilatazione del contenzioso civile e di un sovradimensionamento dell'intervento penale sconosciuto a tutti i Paesi europei;
• la produttività del sistema giudiziario è ormai assai elevata con una capacità media di affrontare e definire una quota di procedimenti superiore, pari o di poco inferiore a quelli sopravvenuti, con però il grave macigno costituito da un poderoso arretrato;
• il reticolo territoriale ed il dimensionamento degli uffici giudiziari risponde a logiche ottocentesche e non ha nulla a che fare con prospettive di razionalità ed efficienza;
• il processo civile e quello penale necessitano di una forte semplificazione che, mantenendo le garanzie, eviti appesantimenti e farraginosità;
• il continuo calo delle risorse impegnate, tra l'altro senza che vengano effettuate trasparenti scelte di priorità e che vengano finanziati progetti, è causa di continue difficoltà e criticità;
• la riorganizzazione degli uffici coniugata con l'innovazione tecnologica dà oggi grandi spazi di miglioramento gestionale e lavorativo, già sperimentati con successo e con risultati concreti in diversi uffici giudiziari.

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