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Pacchetto sicurezza: un forte no
Redazione 20 novembre 2007 21:30
Le critiche dei Gd al cosiddetto pacchetto sicurezza proposto dal governo.

Pacchetto sicurezza: un forte no.

In Italia problemi reali o immaginari di sicurezza e ordine pubblico diventano, quale sia il governo, sinonimi di interventi legislativi urgenti, di leggi d’emergenza. Non si è sottratto a questa regola il governo Prodi che ha presentato, in larga contraddizione con il suo programma, una serie di disegni di legge denominata “pacchetto sicurezza”.

La forte critica e contrapposizione ai primi testi proposti nel Consiglio dei Ministri ha contribuito a eliminare dai disegni di legge le norme che più evidentemente contrastavano con la Costituzione e a ridisegnare, almeno parzialmente, priorità e obiettivi.

Nonostante ciò, sia i disegni di legge, sia il decreto legge sulle espulsioni dei cittadini comunitari rimangono connotati da elementi preoccupanti, che spingono a una forte iniziativa per imporre al governo e alla maggioranza parlamentare il ritorno al programma che fu definito dal centrosinistra prima delle elezioni..

I cittadini comunitari rumeni hanno preso il triste posto che alcuni anni fa spettava ai cittadini extracomunitari albanesi e a loro il governo ha dedicato un decreto legge, in teoria destinato ad applicarsi a tutti i cittadini comunitari, che si contraddistingue per l’estrema discrezionalità concessa al Ministro o al Prefetto nel motivare i provvedimenti di allontanamento e per l’estendere anche al cittadino comunitario norme e procedure penali che si sono già rivelate assolutamente inefficaci, dispendiose e vessatorie in questi anni di applicazione della legge Bossi Fini.

Il disegno di legge sui reati di grave allarme sociale e certezza della pena allunga a dismisura i termini di prescrizione del reato (favorendo così l’allungamento dei tempi del processo), pur eliminando la vessatoria disciplina prevista per i recidivi e introdotta con la legge ex Cirielli, aumenta le pene nei casi di omicidio colposo portandole a misure eccessive, rende la carcerazione preventiva quasi automatica per una serie di delitti, amplia i casi di giudizio immediato ed elimina il cosiddetto patteggiamento in appello, con la conseguenza di aumentare i casi in cui l’imputato non si avvarrà dei riti alternativi e di aumentare il numero dei ricorsi per cassazione.

Il disegno di legge contro l’illegalità diffusa crea, come non bastassero quelle attuali, nuove figure di reato, ancora una volta assegnando al diritto penale la soluzione repressiva a problemi che in altri ambiti possono trovare migliore e più efficace soluzione e contrasto, e apre la porta a pericolose iniziative dei sindaci, già ora protagonisti di improvvide ordinanze emanate a soli fini di consenso politico.

Sono questi i motivi che ci inducono a richiedere un forte impegno dei giuristi e dei cittadini al fine di far non far approvare dal Parlamento queste norme e a condividere le iniziative di chi persegue questo stesso scopo anche con iniziative forti, come l’astensione dalla udienza, stante il rilievo costituzionale e di tutela della dignità umana delle critiche mosse alle iniziative governative.

Torino, 20 novembre 2007
Associazione Nazionale Giuristi Democratici