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La verità su Mohamed Daki
Redazione 12 dicembre 2005 10:25
Il comunicato dell'Associazione per chiedere verità e giustizia sugli interrogatori e sull'espulsione di Mohamed Daki.

Il racconto che il Sig. Daki Mohamed, imputato nel processo di appello conclusosi con la sua assoluzione avanti la Corte d'Assise d'Appello di Milano il 29-11-2005, pone inquietanti interrogativi per i quali è dovere di tutti chiedere e diritto di tutti ottenere una risposta chiara.
Come giuristi democratici, chiediamo agli organi competenti di verificare se risponda al vero che il 6 ed il 7 ottobre 2003, il Signor Daki Mohamed è stato portato dal carcere di Como, dove si trovava in esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere, al Palazzo di Giustizia di Milano, nell'ufficio del Pubblico Ministero Dott. Stefano Dambruoso, dov'è stato interrogato, senza la presenza del suo difensore, da lui espressamente richiesta e negatagli, da numerose persone qualificatesi come agenti americani. Se ciò risponde al vero, chiediamo ne vengano rese note le motivazioni procedurali.
Fin d'ora, certa l'assenza del difensore di fiducia, mai avvisato dell'interrogatorio, riteniamo che ci si trovi in presenza di un ulteriore grave episodio, nell'ambito della vicenda giudiziaria che ha visto anche il sequestro, nelle strade di Milano, ad opera di agenti della C.I.A., dell' Imam della Moschea di Milano, Abu Omar, ed il suo trasferimento, prima, nella base americana di Aviano, dov'è stato interrogato e sottoposto a tortura, quindi in Egitto, dove sono continuati, per mesi, interrogatori e sevizie.
Va detto che anche un altro degli imputati del medesimo processo, al termine dello stesso ha riferito al suo difensore di aver vissuto una vicenda simile a quella lamentata da Daki.
A fronte dei suddetti episodi, che hanno interessato il nostro paese e, più in generale, della "guerra sporca" condotta dai servizi segreti americani, in spregio del principio di sovranità nazionale e di ogni norma del diritto internazionale e dei singoli Stati (esistenza di campi di concentramento come quelli di Guantanamo e Diego Garcia, di carceri clandestine, uso sistematico della tortura, eliminazioni fisiche...), chiamiamo tutti i giuristi a prendere posizione ed a richiedere, come facciamo con la presente, la cessazione immediata, nel nostro e negli altri Paesi, di ogni e qualsiasi pratica che violi i diritti umani, individuali e collettivi.
Tanto più necessaria è questa richiesta ora che, in applicazione di una legge palesemente incostituzionale, il Ministro degli Interni ha decretato e fatto eseguire l'espulsione di Daki verso un paese dove i diritti umani vengono costantemente violati nei confronti di chi è sospettato di avere contatti con l'estremismo o estremisti islamici. E' questa un'espulsione che non solo allontana la possibilità di fare chiarezza su eventuali abusi subiti da Daki in Italia, ma ci pone sullo stesso piano di chi illegalmente sequestra e deporta presunti terroristi.
12.12.2005
Associazione Nazionale Giuristi Democratici.