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Migranti e diritti primari
GD Bologna 20 ottobre 2005 13:12
Il comunicato che l'associazione bolognese ha redatto in relazione allo sgombero di molti baraccati rumeni effettuato il 19 ottobre a Bologna

Basic needs are basic rights: i bisogni primari sono diritti fondamentali.

Questa mattina, per l'ennesima volta, le ruspe del Comune di Bologna hanno distrutto le baracche dei lavoratori migranti rumeni, costruite sul Lungoreno per " ripristinare la legalità".
Ma che legalità è mai questa che combatte e distrugge i più miseri ed indifesi abitanti della città, accanendosi sui loro beni che la fatica giornaliera nel cantiere permette di possedere, che divide le famiglie, le mogli dai mariti, i figli dai padri, i fratelli tra loro?
Non appartiene alla legalità omettere ogni intervento di controllo sui cantieri edili, sulle catene del subappalto che nascondono la forma moderna del caporalato.
Non appartiene alla legalità consentire alle imprese costruttrici l'appropriazione del valore aggiunto del lavoro migrante, realizzato con l'applicazione di tariffe inferiori al minimo sindacale, con la negazione del diritto all'assistenza previdenziale e sociale, con la negazione del diritto al riposo.
Non appartiene alla legalità negare ai più bisognosi l'accesso alle risorse, alle cure, alla salute, all'istruzione.
Non può esistere una definizione di diritti umani che prescinda dal rispetto dei diritti umani fondamentali, il primo ed inalienabile tra i quali è il diritto alla sopravvivenza, e dunque il diritto a nutrirsi, a ripararsi ed a proteggere la propria famiglia.
Lo sgombero e la distruzione delle baracche sono atti contro l'umanità, sono la strenua difesa di un sistema materialistico che prescinde dall'umanità e che per sopravvivere necessita di mantenere forme moderne di schiavismo.
Non condividiamo questo concetto di legalità, né come cittadini né come giuristi, riteniamo invece, che i bisogni primari costituiscano i diritti fondamentali dell'uomo.
Per questo rivolgiamo al Sindaco Cofferati, alla Giunta del Comune di Bologna, al Consiglio Comunale, l'invito ad una lettura attenta della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10.12.1948 e che le autorità locali facciano proprie le intenzioni contenute nel preambolo alla Dichiarazione medesima laddove si stabilisce che "che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo".
Bologna, 19 ottobre 2005
Giuristi Democratici di Bologna

Quando i rumeni diventeranno cittadini europei
Il testo della lettera pubblicata su La Repubblica - Cronaca di Bologna il 21 ottobre 2005.
Lo sgombero del Lungo Reno ha riguardato soprattutto cittadini rumeni.

* * * * *

L'ultimo sgombero dei baraccati nel Lungo Reno sta dividendo le forze che compongono la maggioranza del consiglio e della giunta comunale. Siamo convinti, però, che queste forze stiano da tempo progettando cosa fare a partire dal primo gennaio 2007. Quel giorno i cittadini rumeni diventeranno cittadini europei come noi italiani. Avranno i nostri stessi diritti e doveri. Quelli che sono stati espulsi potranno tornare, quelli che hanno strenuamente resistito, rimarranno.
E' possibile che il governo italiano ne limiti per un certo periodo la libertà di circolazione e lavoro. Non è auspicabile, perché il cittadino europeo rumeno sarà comunque inespellibile e un simile provvedimento servirebbe solo a fomentare e perpetuare quel lavoro nero che ogni forza politica - di destra, di centro o di sinistra - certamente vuole combattere.
Mancano 14 mesi al capodanno del 2007. Professionalità e capacità di progettare il futuro sono doti che contraddistinguono le forze politiche che governano Bologna e il nostro Sindaco. Siamo certi che ci si sta attrezzando perché quel brindisi non si trasformi in una emergenza.
Sì, perché a partire da quel giorno, prima, durante e dopo le ruspe, il Comune di Bologna sarà chiamato a dare risposte ben diverse da quelle che intende o può dare oggi. L'assistenza e il ricovero del cittadino rumeno europeo diventerà un obbligo. Siamo sicuri che nessuno sta pensando a repliche di luoghi come Villa Salus, situazione emergenziale che a alla lunga può creare più problemi di quelli che risolve. Il Sindaco e le forze che lo sostengono stanno certamente progettando come tradurre i principi a loro cari di solidarietà, assistenza, promozione, in atti concreti. Sarebbe tragico sentirsi dire quel giorno di capodanno che c'è una nuova emergenza, quando da anni quella data è impressa nella mente di tutti coloro che sono fortemente e coerentemente europeisti.
Dopo il brindisi per festeggiare l'arrivo del 2007, cosa farà Bologna per quei rumeni che, purtroppo, è facile pensare staranno ancora sul Lungo Reno o in altri luoghi simili e per quelli che torneranno nei luoghi da dove sono stati cacciati? Siamo certi che il Sindaco è già in grado di spiegare quale è il progetto su cui sta lavorando.
Non vogliamo qui commentare né l'ultimo, né i precedenti sgomberi. Ci sentiamo però obbligati a segnalare tutta la nostra tristezza nel sentire definire i baraccati un fenomeno di pubblica sicurezza. Bologna ha la fortuna di ospitare una Facoltà di Giurisprudenza di alto profilo ed è lì che ci hanno insegnato come sicurezza e ordine pubblico siano quasi sempre parole usate come cortine fumogene sui problemi che il potere politico non riesce o non vuole affrontare.
Bologna, 20 ottobre '05
Avv. Raffaele Miraglia - Associazione Nazionale Giuristi Democratici
Avv. Nazzarena Zorzella - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Ristabilire la legalità
Il testo della lettera aperta inviata dall'International Alliance of Inhabitants (IAI)
sulle violazioni commesse durante lo sgombero.


Ristabilire la legalità violata dagli sgomberi dei baraccati del Lungoreno
di Bologna

20/10/05

LETTERA APERTA A SERGIO GAETANO COFFERATI - SINDACO DI BOLOGNA

per conoscenza:

YVES CABANNES
CONVENER UNITED NATIONS ADVISORY GROUP ON FORCED EVICTIONS (AGFE)
NAIROBI - KENYA

per conoscenza, alle Istituzioni, forze politiche e associazioni del
Comune di Bologna:

ADRIANA SCARAMUZZINO - VICE SINDACO
GIANNI SOFRI - PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
DESI BRUNO - GARANTE DEI DIRITTI DELLA LIBERTA' PERSONALE
PRESIDENTE COMMISSIONE SANITA', POLITICHE SOCIALI, POLITICHE ABITATIVE
CAPOGRUPPO CONSILIARE VERDI
CAPOGRUPPO CONSILIARE RIFONDAZIONE COMUNISTA
CAPOGRUPPO CONSILIARE DEMOCRATICI DI SINISTRA
CAPOGRUPPO CONSILIARE RIFORMISTI PER BOLOGNA-LA MARGHERITA
GRUPPO CONSILIARE VERDI - CONSIGLIERE
GRUPPO CONSILIARE RIFONDAZIONE COMUNISTA - CONSIGLIERE INDIPENDENTE
CAPOGRUPPO CONSILIARE IL CANTIERE PER IL BENE COMUNE
COORDINAMENTO MIGRANTI BOLOGNA
BOLOGNA SOCIAL FORUM ­ LISTA
GIURISTI DEMOCRATICI AVVOCATI GIANANDREA RONCHI E MARINAPROSPERI
RDB-CUB
ASGI ASSOCIAZIONE PER GLI STUDI GIURIDICI SULL'IMMIGRAZIONE
UN PONTE PER...COORDINAMENTO BOLOGNA
CENTRO DI ASCOLTO CARITAS
ROBERTO COSTA OPERA NOMADI ROVIGO - referente per Bologna
UNIONE INQUILINI

per conoscenza:
Alle associazioni di volontariato
Agli Organi di stampa e radiotelevisivi


Oggetto: Ristabilire la legalità violata dagli sgomberi dei baraccati
del Lungoreno di Bologna

Signor Sindaco,

le scrivo a nome dell'International Alliance of Inhabitants (IAI), rete
mondiale delle associazioni di abitanti per il diritto alla casa, che
rappresento all'interno dell'UN-Advisory Group on Forced Eviction
(UN-AGFE), essendone punto focale per l'Europa e il Nord America.

Ho appreso dalle organizzazioni di volontariato, sociali, sindacali,
istituzionali e politiche del Comune da lei amministrato che lei ha
emesso un'ordinanza che ha causato nella giornata di ieri, 19/10/05, la
demolizione di numerose baracche sul Lungoreno di Bologna (zona tra Via
Triumvirato e Via Agucchi) e lo sgombero di molte persone, tra cui donne
e bambini. Queste persone sono ora senza nessun riparo, subendo le
intemperie di una stagione inclemente, con grave rischio per la loro salute.

Al di là delle valutazioni di carattere umanitario, sociale e politico,
considerando la sua sensibilità alle argomentazioni giuridiche, le
vorrei ricordate che il Sindaco, ai sensi della Legge n. 833/78 è il
responsabile primario della tutela della salute delle persone che
abitano nel territorio che amministra, indipendetemente dal loro status.
Perciò, l'assenza di qualsiasi intervento di tutela di questo
fondamentale diritto si configurerebbe come violazione dell'obbligo di
soccorso.

Le ricordo inoltre l'art. 10 della Costituzione italiana, laddove
stabilisce che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme
del diritto internazionale generalmente riconosciute.

Poiché L'Italia ha ratificato il Patto Internazionale sui diritti
economici, sociali e culturali con la Legge n. 881 de 25/10/77, questo è
diventato una legge dello stato. In particolare, è norma di legge
l'articolo 11 del Patto laddove "gli Stati riconoscono il diritto di
ogni individuo ad un livello di vita adeguato per se e per la sua
famiglia, che includa alimentazione, vestiario, ed alloggio adeguati,
nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Gli
Stati parte prenderanno misure idonee ad assicurare l'attuazione di
questo diritto....".
Più precisamente, i Commenti Generali n. 4 del 13/12/91 e n. 7 del
20/5/97 del CESCR sull'art. 11 impongono interventi pubblici per
impedire gli sgomberi, anche di insediamenti illegali, senza che vi sia
un adeguata compensazione e rilocazione concordata con gli interessati.

Inoltre, con Legge n. 176 del 27/5/91 e con gli art. 1 e 5 della Legge
n. 104 de 5/2/92, l'Italia ha ratificato la Convenzione Internazionale
sui Diritti dell'Infanzia che, con l'art. 27, stabilisce "Gli Stati
parti adottano adeguati provvedimenti, in considerazione delle
condizioni nazionali e compatibilmente con i loro mezzi, per aiutare i
genitori e altre persone aventi la custodia del fanciullo ad attuare
questo diritto e offrono, se del caso, un'assistenza materiale e
programmi di sostegno, in particolare per quanto riguarda
l'alimentazione, il vestiario e l'alloggio."

Per queste ragioni la sua ordinanza ha violato la normativa vigente.

Questi diritti sono perciò giudiziabili a vari livelli.

Le ricordo infine che lo scorso novembre 2004 la 33a Sessione del
Comitato ONU sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, sulla base del
Rapporto presentato dall'Unione Inquilini e dell'International Alliance
of Inhabitants, ha severamente richiamato l'Italia a cambiare politiche
per rispettare il citato art. 11, particolarmente per quanto riguarda le
discriminazioni dei migranti e, in particolare, al rispetto del Commento
Generale n. 7 sugli sgomberi.

Per questi motivi la invito fermamente al rispetto delle normative
internazionali e nazionali, intervenendo per porre immediatamente fine
agli sgomberi e alle espulsioni e provvedendo invece alla immediata
rilocazione, concordata ed adeguata, delle persone sgomberate.

A tale scopo, la informo di avere già allertato il Coordinatore di
UN-AGFE per chiedergli l'invio di una missione di monitoraggio della
situazione, e la invitando nel contempo ad aprire un tavolo di confronto
con tutte le parti interessate, al fine di stabilire un piano d'azione
per il superamento delle baraccopoli e l'inserimento sociale,
cominciando dalla stabilizzazione abitativa di tutte le persone.

Confermo il nostro impegno e la nostra completa disponibilità a seguire
il percorso indicato.

Nell'attesa di un sollecito riscontro, saluti.


Cesare Ottolini
Coordinatore IAI