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Appello per costruire comitati del no alla riforma costituzionale
Redazione 21 novembre 2005 13:13
L'appello per fermare con una grande mobilitazione la riforma costituzionale, inziando sin d'ora a costruire comitati per il no nel referendum costituzionale.

Dopo un lungo attacco al diritto, alla giustizia ed alla libertà d'informazione, una maggioranza estranea alla storia, alla cultura ed ai valori della Resistenza, sta per portare a termine l'attacco finale alla Costituzione italiana.

Il disegno di riforma della II parte della Costituzione, già approvata alla Camera dalla coalizione di governo, è un progetto sovversivo che - ove attuato - porterà alla demolizione delle strutture del pluralismo, della eguaglianza, della libertà e della partecipazione, che costituiscono gli assi portanti dell'intero edificio costituzionale.

I diritti e le libertà solennemente sanciti dalla prima parte della Costituzione hanno ricevuto solidità e saldezza con gli istituti attraverso i quali è stata organizzata la rappresentanza e sono stati distribuiti, bilanciati e divisi i poteri. Spogliati di tali istituti, attraverso la demolizione dell'architettura della parte II della Costituzione, i diritti e le libertà appassiscono, cessano di essere garantiti a tutti e perdono il vincolo dell'inviolabilità.

La Costituzione è la casa comune che ha consentito al popolo italiano negli ultimi cinquant'anni di affrontare le tempeste della Storia, salvaguardando, nell'essenziale, la pace, la libertà, i diritti fondamentali degli individui e quelli delle comunità.

Essa ha contribuito a formare l'identità nazionale, per cui oggi non è possibile pensare al popolo italiano, separato dai suoi istituti di libertà, dal grande pluralismo dei corpi sociali, dalla distribuzione dei poteri, dalla partecipazione popolare, dalla passione per il bene pubblico.

La riforma della Costituzione colpisce l'identità stessa del popolo italiano come comunità politica organizzata, distruggendo quell'ordinamento attraverso il quale si sostanzia la democrazia e si garantisce il rispetto della dignità umana alle generazioni future.

In questo modo, demolendo le istituzioni della democrazia, si disfa l'Italia, trasformando il popolo italiano in un aggregato di individui in perenne competizione fra loro.

La riforma proposta sovverte gli stessi cardini dello Stato di diritto. Essa attenta all'unità nazionale, compromette l'universalità e l'eguaglianza dei diritti, istituzionalizzando il divario fra Regioni e Comuni poveri e Regioni e Comuni ricchi. Istituisce, con un Premier dotato di tutti i
poteri, compreso quello di sciogliere a suo piacimento la Camera, un Governo personale, un Re elettivo, estraneo ai principi del costituzionalismo moderno. Delegittima e disarma il Parlamento, spoglia delle sue responsabilità di garanzia il Presidente della Repubblica, e infirma le
funzioni degli altri organi dello Stato, a cominciare dalla Corte Costituzionale.

Se la riforma dovesse passare, il frutto della Resistenza sarebbe cancellato ed il suo patrimonio disperso per sempre.

Lo scontro politico che si articolerà attraverso il Referendum è l'ultima occasione per salvare i beni pubblici che i costituenti hanno donato al popolo italiano, facendo tesoro delle dure lezioni della storia.

Come tale esso è cruciale per il destino del nostro Paese, com'è stata la Resistenza.

Oggi, come allora, è necessario ritrovare lo stesso spirito, la stessa coscienza di un dovere civile da adempiere: sconfiggere il progetto di demolizione della Costituzione attraverso il referendum per ricostruire il primato della convivenza civile orientata al perseguimento del bene comune, fondamento morale senza il quale non può vivere una democrazia.

Chiediamo che, prima ancora che questo progetto sia trasformato in legge, si organizzi la mobilitazione popolare e si costruiscano, in ogni comune, in ogni quartiere, in ogni caseggiato i comitati per il no nel referendum costituzionale.


Per adesioni: inviare un messaggio all'indirizzo pacediritti@tiscali.it

Prime adesioni:
Luigi Ferrajoli Domenico Gallo Raniero La Valle Gianni Ferrara Antonia Sani Umberto Allegretti Giulietto Chiesa Lidia Menapace Gianni Palombarini Fabio Marcelli Ambretta Rampelli Pasquale Colella Livio Pepino, Aldo Tortorella presidente dell'Associazione per il rinnovamento della sinistra, Giovanni Franzoni, Maurizio Serofilli e Alessandro Baldini per i Comitati Dossetti, Franco Russo Salvatore Scaglione per Megachip, Antonella Paloscia, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione giuristi democratici di Roma, Pasquale Vilardo, Desi Bruno portavoce dell'Associazione nazionale giuristi democratici di Bologna, Network Telestreet, Orfeotv, Marco Baleani Carlo Guglielmi Anna Marchi Giorgio Narra Emilia Gavazzi Fabrizio Amato Attilio Santi Raffaele Miraglia Arturo Salerni Mario Angelelli, Progetto Diritti onlus, Maria Matilde Bidetti Pino Salmè Antonio Castronovi segretario della CGIL di Roma, Francesco Cassano Riccardo Toniolo Vincenzo Andreucci presidente di sezione del Tribunale di Pesaro, Il Tetto, Vasti, Claudio Fracassi Sergio Marini Albino Longhi Umberto Andalini Raul Mordenti, Nella Ginatempo, Piero Chimienti (editore), Selmi Daniele, Pier Francesco Rocci, Laura Leonzino, Franco Ippolito, Pietro Campoli, Claudio De Fiores, Mario Santostasi Comitato di Redazione della Rivista del Manifesto, Franco Festa, Maurizio Acerbo, Segr. Regionale PRC Abruzzo, Giancarla Codrignani, Alessandro Corrieri, Cons. comunale Prc Sesto Fiorentino